Pesaro, 12 giugno 2024 – Cestisticamente parlando il 60% è una buona percentuale ma come punteggio è basso, però la vittoria è ampia, complimenti a lei Andrea Biancani, sindaco di Pesaro.
“Grazie”.
Lo sa che se un’intervista ha risposte più
lunghe delle domande diventa noiosa?“Non lo sapevo, ma vedrò di cavarmela al meglio”.
Pesaro: gli eletti in consiglio comunale – Tutte le preferenze
Se mi dice che sarà il sindaco di tutti possiamo anche chiudere qui.
“Sarò il sindaco di tutti perché questo ho promesso”.
Ma c’è chi più di altri ha bisogno del sindaco e del Comune.
“A tutti i più deboli e bisognosi sarò sempre più vicino che ad altri, sempre in ascolto come in passato!”.
Lei è comunista?
“Sono Biancani del Pd, mai stato comunista”.
Senta la parabola: il genio di casa è volato altrove, lei rimane a pascolare il gregge. Si ritiene un buon pastore?
“Credo di essere un buon amministratore, dunque anche un buon pastore”.
Volendo lei adesso può anche cambiare il programma della Capitale della cultura.
“Non lo cambierò, vorrei i musei aperti all’ora di pranzo e maggior disponibilità del Rossini”.
Magari per mandarci Glauco Mauri invece dell’oscenità dell’ex Annunziata?
“La prossima volta Mauri avrà il Rossini”.
Sperando che ci sia. Secondo lei la Rambla era una cazzata?
“...”.
Può rispondere, ormai è sindaco eletto.
“Diciamo che non è fra le nostre priorità”
Mi dica una sua priorità.
“Definire la scelta della destinazione dei rifiuti e trovare l’acqua necessaria. E’ un obbligo”.
Anche lei è fissato con il test dei “primi 100 giorni”?
“Non ho ansia da prestazione, ma la macchina comunale è da rinforzare e le gare per le opere vanno concluse”.
Riuscirà a pagare tutti i debiti elettorali contratti?
“Non ho debiti, non ho fatto promesse, chiaro che non tutto sarà possibile. Se ci sarà gente che già c’era è perché ha fatto bene in passato”.
Ho perso il conto dei musei che deve realizzare.
“Tengo particolarmente a quello di Vangi, delle Moto, dei Musei Oliveriani, e, con la Curia, tengo moltissimo ai mosaici!”.
Vuol dire che per i mosaici non si fermerà qui?
“Vuol dire proprio questo”.
E’ la bella pensata del museo Fo - Rame a Rocca Costanza?
“Non vogliamo perdere 2 milioni di euro e l’Archivio di Stato è importante”.
Anche i pesaresi lo sono.
“Faremo in modo di avere a disposizione il cortile e il fossato”.
Guardi che lo scrivo, dopo non chieda smentite.
“Lo consideri un impegno”.
Visto che c’è, faccia dare una pulita anche al povero Pandolfo Collenuccio, emblema della sciatteria che aleggia in questa città. A forza di chiederlo mi sento un vecchio matto.
“Chiederò subito le dovute autorizzazioni e appena possibile a Pandolfo gli faremo un bello shampoo”.
Il suo predecessore ci voleva internazionali e cosmopoliti tanto che è andato fino a Bruxelles, lei come ci vede noi pesaresi?
“Siamo una piccola media città, consapevole dei miglioramenti che possiamo fare. La prima cosa è comunque la qualità della vita dei cittadini”.
Fra l’altro lei difende una specie di Fort Alamo politico circondato dagli indiani. Secondo lei perché qui la sinistra sembra Ercolino sempre in piedi?
“Perché non ci siamo divisi e siamo capaci di unità”.
Il suo avversario Lanzi è stato fin troppo corretto, mai un colpo sotto la cintura. Bell’esempio di civismo?
“L’ho riconosciuto subito, tanto che ci siamo anche abbracciati”.
Sulla manutenzione diceva giusto: questa città non è per niente uno specchio.
“Lo dicevamo anche noi, e infatti aumenteremo il personale addetto alla manutenzione”.
Toglierà la Biosfera da piazza del Popolo?
“Certo che no, rimarrà fino a fine anno”.
Il 40% dei pesaresi non ha votato, come farà ad essere anche il loro sindaco se non sa manco come la pensano e perché non votano?
“Il 40% di astensionismo è troppo, secondo me non votano perché sono disillusi”.
E allora?
“E allora cercheremo di amministrare al meglio per convincerne almeno un po’”.
Ma quello zainetto che fa tanto ‘continuità’ non può toglierselo e assumere un po’ un’aria da manager?
“Assolutamente no, lì dentro ci tengo tutto, agenda, carte, documenti, no lo zainetto lo tengo”.
La Vespa sotto casa a urne aperte è stata una birbata da quattro soldi?
“No, giuro che è stata solo una coincidenza”.
E Daniele Vimini, già suo presunto rivale ora “primo in preferenze” che farà?
“Per ora all’Assessorato Cultura e Turismo, poi, se vorrà, la strada per la Regione”.
Sarà lei a dirgli di andarsene? “Assolutamente no”.
Un sindaco non ha padri: se le dico “a nemico che va, ponti d’oro” lei cosa capisce?
“Non so di chi parla, ma gli chiederemo soldi, tanti, per la città”.
Ha già programmi chiari in testa?
“Certo, così come è certo che non lasceremo fondi da spendere”.
Possiamo dire che da Ricci a Biancani non c’è svolta ma neanche continuità? Rompa qualcosa in questa città, o ci penserà la guerra.
“Saremo di rottura fin dove lo richiederanno le esigenze dei cittadini”. Grazie signor sindaco, se riuscirà a far ripulire il busto di Pandolfo Collenuccio la prossima volta voterò per lei.