Pesrao, 4 giugno 2024 – Caro alunno ti scrivo, e ti chiedo di votare per me. Questo, parafrasato, il messaggio inviato da un prof dello scientifico “Marconi”, Marco De Carolis, candidato alle prossime elezioni comunali con la lista Forza Pesaro, a tutti i numeri della propria rubrica telefonica in cui sono presenti anche tanti studenti che frequentano non solo la scuola nella quale insegna ma anche altri istituti. Il messaggio, a corredo di un lungo documento in formato pdf allegato su whatsapp, non è passato inosservato ai genitori, alcuni dei quali hanno contestato fortemente la scelta del prof di fare campagna elettorale tra gli studenti. I genitori hanno chiesto spiegazioni alla scuola chiedendo di far luce sulla vicenda. Nel documento inviato il prof De Carolis presenta il proprio progetto: il primo hub creativo dei giovani di Pesaro. “Che cos’è – si legge nella lettera – ? È una risposta alla crescente mancanza di spazi per i giovani per sperimentare, incontrarsi, condividere idee per moltiplicarle. Se ricevi questa lettera significa che mi conosci, che abbiamo condiviso idee e pensieri o progetti negli anni passati, e ora sono io a chiederti un aiuto per realizzare questo nuovo progetto per la città di Pesaro e far sentire in modo più formale la nostra voce. Ti chiedo di aiutarmi a realizzare l’Hub Creativo e attivare una nuova stagione per i giovani, il sociale e la cultura della nostra città, votandomi il prossimo 8 e 9 giugno. Ti basterà barrare Forza Pesaro e scrivere ‘Deca’. Tutti mi conoscono come Deca quindi ho chiesto la possibilità di usare questo nome, metti una X su Forza Pesaro e scrivi Deca”. Il tutto corredato da foto personale, foto di gruppo con numerosi giovani durante una recita e fac simile esemplificativo su come esprimere la preferenza elettorale.
“Non è corretto – tuona la mamma di uno studente che ha ricevuto la missiva in questi giorni –, i messaggi inviati erano nominativi, cioè contraddistinti con il nome di battesimo dei ragazzi. Nel messaggio, infatti, c’è il nome di mio figlio e altri genitori mi hanno detto che lo stesso è stato ricevuto dai loro ragazzi. Non è corretto sfruttare l’ascendente che un professore ha sugli alunni per fare propaganda elettorale”.
Dal canto suo il prof si difende. “Non avevo l’intento di offendere nessuno – risponde -, e mi dispiace se ho urtato qualche sensibilità. Ho indicato il nome proprio dei ragazzi ma ho inviato quei messaggi in modo sistematico, tramite la rubrica del mio telefono. Sono un docente che svolge il proprio lavoro in maniera corretta e non ho mai fatto propaganda elettorale in classe. Tra l’altro non faccio parte di alcun partito politico ma ho messo il mio impegno in una lista civica. Non volevo creare situazioni spiacevoli”.