Pesaro, 28 agosto 2024 - Il tentativo di ricostruire un centrosinistra vincente a livello nazionale parte (anche) da Pesaro. Dopo l’ipotesi del ‘campo largo’, di cui si è tanto discusso nelle scorse settimane, Matteo Renzi (Italia Viva) ha rilanciato questa volontà insieme a Matteo Ricci dal palco di Baia Flaminia, cuore della Festa dell’Unità: pur tra le diversità di vedute su alcuni aspetti politici – ribadite varie volte da entrambi –, i due hanno proposto di appianare le divergenze per creare una coalizione solida in grado di battere Giorgia Meloni alle elezioni 2027.
“Oggi apriamo un dialogo per capire se nei prossimi mesi si possa costruire la strada per un’alternativa moderata e liberale – ha detto Ricci, europarlamentare del Pd –. Del resto, già governiamo insieme nel Parlamento europeo. Possiamo costruire un’alleanza di centrosinistra tra i progressisti e i liberali verso le prossime elezioni? Questo è il tema. È facile? No, ma è l’unica strada che abbiamo”.
Tra battute (“vorrei far notare che Ricci mi ha messo a sinistra”, ha esordito salendo sul palco per il dibattito moderato da Myrta Merlino, riferendosi alla disposizione delle sedie), citazioni, critiche all’operato del ministro degli Esteri (“Antonio Tajani dovrebbe ricordarsi di essere presidente di turno del G7 e prendere un’iniziativa diplomatica”), nel proprio ritorno alla Festa, Renzi ha confermato la volontà di partecipare a questo progetto, ma mettendo dei paletti.
“Se la linea politica del Pd la detta il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che da quando ho aperto all’alleanza mi attacca tutti i giorni, potete fare da soli – dice –. Se lo fa la segretaria del partito, Elly Schlein, che ha proposto un’operazione politica con un atto di intelligenza, di cui mi fido, io ci sto a ragionare con Ricci e con gli altri. Pier Luigi Bersani ha detto una cosa molto semplice e ragionevole, ha detto ‘no veti, no ambiguità. Chiariamoci’. Sono d’accordo. A dire di no all’alleanza sono stati Meloni e Travaglio: ma se davvero non valgo nulla, se non conto niente, non preoccupatevi di me. Perché parlano di noi? Perché sanno quello che ha detto Ricci: l’unica chance di vittoria della Meloni è che il centrosinistra sia diviso – e qui si ferma per salutare Lucia Annibali, urbinate, già parlamentare italiana con lui, presente sotto palco –. Io dico: alleiamoci tra diversi, nel rispetto delle singole opinioni, ma mandiamo a casa l’attuale governo, che è un disastro”.
Per fare questo, però, Ricci e Renzi sanno che è fondamentale includere anche il Movimento 5 Stelle. Mentre Ricci si augura “che Giuseppe Conte ne mantenga la leadership”, e dice di essere stato “il primo sindaco di centrosinistra a portarli in Giunta e l’esperienza che abbiamo fatto è stata ottima, tant’è che adesso continuiamo a governare insieme, con un ottimo sindaco come Andrea Biancani”, Renzi dice allo stesso Conte “scurdammoce ‘o passato. Ognuno si tenga le proprie idee sul passato, che non tornerà. Questo è il 2024, o si fa l’alleanza di centrosinistra o va avanti la Meloni”. Venendo al locale e puntando al 2025, quando ci saranno le elezioni regionali, come possibile interlocutore di centro Ricci ha chiuso riesumando un nome che lui stesso aveva contribuito ad affossare, 10 anni fa, sorprendendo tanti: “Pensando al centro, nelle Marche, mi viene in mente una figura con cui ho avuto grandi scontri perché nel 2015 non ero d’accordo con il suo terzo mandato da presidente, Gian Mario Spacca. Ha tenuto insieme i liberali in questa terra e può essere un interlocutore”.