Pesaro, 11 marzo 2024 – Il centrodestra ha ufficializzato ieri per la prima volta, dopo vari articoli che lo annunciavano, chi sarà il suo candidato sindaco: "La scelta di Marco Lanzi, già al lavoro da diverse settimane, rappresenta la sintesi perfetta di un progetto politico aperto alla città. I partiti in questi mesi hanno lavorato per costruire un’alleanza che allargasse il perimetro della coalizione, piuttosto che una scelta che guardasse ai propri interessi e alla valorizzazione dei propri dirigenti che saranno fondamentali per costruire una squadra forte e credibile per il Governo della città".
"Il dibattito sul dopo Ricci – scrivono Serena Boresta (FdI) Giammarco Cecconi (Fi) Giorgio Razzi (Civici Marche) Silvana Ghiretti (Lega) e Fabio Giovanelli (Udc) – trasformato dal sindaco e dal Pd in una guerra interna e in una compensazione tra correnti di partito, rivela solo il totale disinteresse formale ed oggettivo verso il mondo civico che in questi anni anche in consiglio comunale è servito solo per rafforzare la presenza democratica in giunta. Il centrodestra, all’opposto, ha guardato alla città e alla società civile non per un interesse elettorale, ma per creare una condivisione di idee, progetti e visioni con la città, con la volontà di offrire alla città una proposta politica convincente, innovativa ed un passo avanti alla città".
“Il Pd è passato dalla partecipazione alla spartizioni tra correnti interne fatte in una stanza. Un segnale evidente che alla segreteria del partito interessa molto più gli equilibri tra i capicorrenti rispetto agli interessi della città. L’imbarazzo della segreteria del partito democratico di non riuscire a convincere nemmeno la metà dei suoi dirigenti sulla naturale candidatura di Daniele Vimini, per 10 anni vicesindaco di Ricci e suo naturale erede, è la palese dimostrazione dell’insoddisfazione del PD verso l’operato del sindaco che, con la scusa del terzo mandato, ha bloccato per mesi qualsiasi forma di partecipazione alle scelte. Ora che la scelta è in mano ai “saggi” si certifica che il Pd ha scelto di passare dalle “primarie aperte” ad un casting stile x-factor regalando il ruolo di giudice ai 5 stelle. La bocciatura della consigliera regionale Marta Ruggeri verso Sara Mengucci colpevole di sedere nel Cda di Marche Multiservizi ha messo a nudo l’ipocrisia dei grillini pesaresi che possono sedere in giunta con Ricci che, come socio di maggioranza al 25% di MMs ha nominato Sara Mengucci e non l’ha sfiduciata dopo il voto su Riceci, ma non puo’ accettare la candidatura a sindaco di Sara Mengucci per il dopo Ricci. E’ ormai evidente che l’asse politico tra Pd e 5 stelle è costruito solo per favorire alcune correnti interne al Pd interessate alle preferenze in vista delle prossime elezioni regionali".