Pesaro, 25 febbraio 2018 - Ad una settimana dal voto, si riacutizza il diverbio tra il sindaco Matteo Ricci e CasaPound, con minacce di esposti e querele da una parte e dall'altra. Il motivo è un modulo compilato da CasaPound per ottenere una sala comunale in cui presentare il programma elettorale.
“Clamoroso, CasaPound diventa antifascista! – è l’esordio del post di Ricci pubblicato questa mattina su Facebook – Il consiglio comunale di Pesaro, dopo i fatti e le minacce di dicembre, ha approvato un odg che consente di utilizzare le sale comunali a tutti coloro che si riconoscono nella Costituzione antifascista, che ripudiano il razzismo e non promuovono l'intolleranza e i valori del nazi/fascismo. Di conseguenza – dice Ricci - chiunque vuole utilizzare sale comunali deve firmare un modulo con questa dichiarazione. Il responsabile di CasaPound pur di ottenere una sala pubblica ha firmato un modulo dichiarando di essere antifascisti. Nel frattempo però, in ogni occasione pubblica, nella loro propaganda e sui social dimostrano di essere con orgoglio un movimento neofascista".
"E’ ora di dire basta a questa ambiguità giuridica - prosegue Ricci -. Basta statuti falsi che consentono a queste formazioni incostituzionali di presentarsi alle elezioni. Basta documenti falsi per ottenere riconoscimento e sale pubbliche. Ho deciso quindi di fare un esposto al prefetto – annuncia il sindaco - e con i legali stiamo definendo le carte per denunciarli per falso. La nostra battaglia per i valori e per la legalità continua».
Per Christiano Demontis, responsabile locale di CasaPound, si tratta di una “boutade elettorale” passibile di denuncia: “La dichiarazione per cui il nostro movimento, pur di ottenere una sala comunale, si sia dichiarato antifascista, è una falsità a cui dovrebbe far seguito una denuncia per falso – sostiene -. Eccoci di nuovo a dover ricordare al sindaco che la delibera da lui voluta, letta e visionata dai nostri legali, chiede di attenersi ai valori della democrazia e della Costituzione, cosa che CasaPound fa partecipando con il benestare del ministero dell'Interno alle elezioni, con un programma che si rifà al pieno rispetto del programma costituzionale e dopo aver raccolto migliaia di firme in tutta Italia".
"Quanto alla presunta Costituzione antifascista da lui sventolata – continua Demontis -, siamo lieti di constatare quanto il nostro sindaco dia una interpretazione personale della stessa, non comparendo mai la parola antifascismo in alcun articolo. Nel tentativo di beffare CasaPound a fronte di una sconfitta mediatica imbarazzante a seguito del caso Palmulli, Ricci si è trovato a sua volta beffato: la Costituzione, che solo ora gli è tanto cara, garantisce a tutti libertà di opinione e punisce solo la ricostituzione del disciolto Partito Fascista. Sfidiamo il sindaco - conclude Demontis - a mostrare questo fantomatico piano di ricostituzione con prove e non solo con le pulciose dichiarazioni che restano a chi non ha arma alcuna per contrastare un movimento democraticamente presentatosi alle elezioni"