ROBERTO DAMIANI
Economia

Parco dello Zolfo: sommerso di soldi e non sa come spenderli

Pioggia di finanziamenti pubblici fermi in cassa. Revisori dei conti sconcertati: “Il perseguimento degli obiettivi rasenta lo 0%”

Il Parco nazionale dello zolfo di Marche e Romagna: il sito

Il Parco nazionale dello zolfo di Marche e Romagna: il sito

Pesaro, 21 settembre 2023 – Ha tre sedi e 2,5 milioni di euro circa in cassa. E’ il Parco dello Zolfo. Lo governa un consiglio direttivo di sette persone (presenti effettivi 5 perché i Ministeri si sono dimenticati di nominare i propri rappresentanti), tre revisori dei conti, un direttore e due impiegate part time. Hanno due problemi: ognuno la pensa in maniera diversa dall’altro e, tolto il dibattito interpretativo sulle norme, tutto questo folto gruppo di persone non ha niente da fare.

Ma proprio niente, e non per colpa propria. Il ministero dell’Ambiente ignora l’Ente parco, eccetto che per una cosa: i soldi. Arrivano sempre, a differenza di quello che succede per tutti gli altri enti pubblici d’Italia. Lo Stato, dal 2007, garantisce al parco dello Zolfo una rendita di 220mila euro l’anno e per il triennio 2020/22 ha fatto anche di più: sono arrivati in cassa 1,5 milioni come bonus oltre a quelli ordinari. Dovevano essere spesi per acquisizioni di beni immobiliari e strutturali in modo da creare qualcosa se si vuol parlare di parco.

Invece niente. Scrivono i revisori: "Per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali, il legislatore ha previsto una dotazione finanziaria di 1 milione e 500mila euro suddivisa in 3 anni. Il totale delle uscite in conto capitale è stato di 2.975 euro rispetto ad una previsione di spesa definitiva di 500.000 euro. Si osserva, scrivono i revisori, che risulta impegnato nell’esercizio 2022, per le spese in conto capitale, solo l’8,547% di quanto programmato e pagato solo lo 0,595% rispetto alla programmazione. Pertanto – scrivono i revisori – la capacità di spesa e il perseguimento degli obiettivi programmatici del Parco, relativamente alle spese in conto capitale, rasenta lo 0%".

Il presidente dell’Ente, Carlo Evangelisti, che si trova in quel ruolo da oltre 16 anni, nella sua relazione al bilancio 2022 parla del parco dello Zolfo come di un ente appena inaugurato: "L’andamento è stato caratterizzato da criticità prevalentemente legate all’avviamento di un Ente in cui non ci sono procedure consolidate ed in cui ogni evento risulta un precedente da affrontare in carenza di una prassi e di una normativa certa, in una struttura in cui le funzioni e le gerarchie sono tutte da esperire ed esercitare se non da creare". Aggiunge Evangelisti:" Le criticità poi si accentuano quando le norme in essere, nello specifico lo statuto vigente, ma non solo, sono oggetto di interpretazioni non unanimi ed a volte contrastanti. In particolare, si tratta di tematiche relative alle attribuzioni del Consiglio direttivo, del suo presidente e del direttore. Prima di rendere operative le norme, vanno dipanati i dubbi interpretativi". Insomma, non sono d’accordo su niente.

La spesa più consistente del 2022 è stata quella di 72.257 euro, denaro che è stato riversato allo Stato per la regola sul contenimento della spesa. Sono stati spesi poi 70mila 353 euro per il funzionamento della struttura: 3.794 euro in libri di di divulgazione storica antropologica culturale, 5.924 euro per i compensi all’organo revisore, 2.000 euro per missioni, 1.945 per il funzionamento del consiglio direttivo, 250 euro per il comitato scientifico, 250 euro per il telefono, 3.500 per la bolletta dell’acqua e riscaldamento, 12.824 euro in promozione. Di cosa, non è chiaro.

Adesso si cerca un altro direttore, l’attuale scade tra un mese. Il problema è convincere qualcun altro ad accettare.