Pesaro, 15 giugno 2023 – Il problema casa cresce, le risorse per affrontarlo diminuiscono. Nella tesoreria del Comune il cassetto che dal 2016 riceve soldi da Roma per fronteggiare il "disagio abitativo da morosità incolpevole" è vuoto. All’appello manca almeno mezzo milione di euro. Perché? "Il Governo Meloni non ha rifinanziato il Fondo nazionale affitti: quei soldi non arriveranno. Sono soldi su cui contiamo dal 2016 per dare una mano a chi non riesce a pagare un affitto perché ha perso il lavoro, o perché è precario o perché è disoccupato" spiega l’assessore ai servizi sociali, Luca Pandolfi. La speranza è sempre l’ultima a morire: magari la premier metterà in campo un nuovo provvedimento, ma ad oggi un canale di finanziamento analogo al Fondo nazionale Affitti non c’è. Di ciò abbiamo chiesto conferma a Gabriele Belfatto presidente provinciale Sunia.
Per quanto il disagio abitativo sia un “mare magnum“, quei soldi erano un sostegno valido. E mezzo milione di euro non erano certo bruscolini: "No. Per esempio il bando affitti 2022 contava 574.569,25 euro. Questo importo è stato distribuito a 1.103 persone. Il contributo non è stato uguale per tutti perché il fondo affitto era diviso in due fasce Isee. Venendo meno il sostegno governativo, ci manca mezzo milione di euro da distribuire alle famiglie quale supporto all’affitto. La situazione è già pesante e così non fa che aggravarsi". Pandolfi snocciola i segnali di un fenomeno che ormai ha i tratti dell’emergenza: "Basti dire che le domande di accesso al sostegno sono aumentate di 300 unità da un anno all’altro – continua Pandolfi – e basti dire che quando c’è stato il bando delle case popolari abbiamo avuto un aumento di richieste del 30%". I tempi della politica abitativa – housing sociale e residenzialità popolare – non si conciliano con le liste d’attesa: nel 2021 le famiglie pesaresi in lista per una casa popolare erano 295. Inoltre pur avendo il Comune come garante, le famiglie comunque non riescono a trovare un alloggio da affittare: a parte la questione delle garanzie (caparre e fidejussioni bancarie fortemente richieste) c’è l’altra questione relativa alla carenza di abitazioni disponibili: molte sono tenute sfitte per poterle mettere a frutto in estate come appartamenti turistici.
Quali rimedi? "E’ dura dirlo ora – risponde l’assessore al bilancio Andrea Nobili –. Con l’ultima variazione prevista lunedì prossimo (recepiamo da Marche Multiservizi un contributo di 36mila euro per “i nuclei fragili“), a bilancio per le priorità stabilite dall’assessore ai servizi sociali Luca Pandolfi sono disponibili 286mila euro, quale fondo anticrisi 2023: come in passato possono servire per l’affitto o per pagare le bollette". Questa penuria di risorse potrebbe far saltare, per quest’anno l’operazione Tari? "Non lo posso escludere. E’ una scelta che spetta anche al sindaco Ricci. Sono stato io ad annunciare in Consiglio, ad aprile, che avremmo potuto ripetere l’agevolazione riguardo il pagamento della tassa sui rifiuti: anche se in forma assolutamente ridotta". Non più tre rate su quattro, ma il Comune aveva ipotizzato di sostenere due rate su quattro. "Appunto, siamo nel campo ancora delle ipotesi riguardo a come spendere quei 286mila euro". L’assessore frena perché l’avanzo libero può servire, a fronteggiare altre necessità. "E’ per questo che fino al 31 luglio è dura dire come spenderemo ciò che resta dell’avanzo libero – conclude Nobili –. Dei 6,5 milioni che avevamo abbiamo speso già la somma degli asfalti. Con somma urgenza abbiamo risposto alle esigenze dell’alluvione, ma potrebbero seguire interventi di manutenzione e quindi attingere dall’avanzo libero. Il carobolletta va comunque tenuto d’occhio...". Insomma avanti, piano.