Pesaro, 22 settembre 2024 – Prezzi che lievitano, case disponibili per contratti lunghi che però poi si accorciano, affittuari che non si sentono tutelati dallo Stato, in caso di problemi con gli inquilini, e chiedono maggiori fidejussioni e garanzie, infine minor disponibilità economica per le persone: il risultato è che chi cerca un alloggio stabile fatica tantissimo a trovarlo.
Questo è il mercato odierno degli affitti a Pesaro, fotografato dalle agenzie immobiliari, un mercato dove, seguendo una tendenza nazionale, che qui si fa sentire dal 2023, a livello residenziale la domanda eccede di molto l’offerta.
Sempre più proprietari si buttano su affitti transitori (ad esempio stagionali) e medio-brevi, meno vincolanti e più redditizi, sempre meno, per trovare inquilini, passano per le agenzie: “Abbiamo quasi lasciato perdere gli affitti, la domanda è esagerata rispetto all’offerta – dice Valerio Vettori, di Gruppo Immobiliare –. Noi curiamo solo i periodi lunghi e ora di questi facciamo 3-4 contratti l’anno, contro i 40 del 2015-16. E poi, ora, chi affitta lo fa per la maggior parte in autonomo, senza agenzia cioè, anche perché c’è chi ha avuto esperienze negative con gli inquilini: il problema è una legislazione che non tutela i proprietari e, piuttosto che incorrere in disagi, si preferisce non affittare o affittare a conoscenti”.
Secondo Tommaso Andreani di Andreani Casa, presidente Federazione italiana agenti immobiliari professionali per la provincia, il mercato va a periodi: “A volte non ci sono offerte di case, altre ce ne sono, massimo 3-4, che però affittiamo subito. Ma sono sempre insufficienti. Gli affitti turistici e brevi, dettati anche dai portali web (in questo periodo penso abbia inciso pure l’anno di Pesaro Capitale), il cambiamento del tessuto sociale e le difficoltà di accesso ai mutui, ecco tutto ciò ha portato a questo”. Per adeguarsi al mercato, c’è chi ora dà la possibilità di mettere sui portali online case per affitti sotto ai 30 giorni, come Adriamar: “Tutti oggi si muovono lì per queste ricerche – spiegano –. Per gli affitti residenziali si va a momenti, anche se non siamo mai rimasti senza, ma l’offerta non è ampia e si chiedono sempre più garanzie. Essendo alti i prezzi, anche chi cerca è più esigente, ma a ragione. Ora però gli affitti durano meno: i proprietari preferiscono quelli brevi, meno vincolanti, mentre gli inquilini, visti i costi, comprano appena possono accedere ai mutui”.
La difficoltà di trovare case su lunghi periodi è certificata anche dall’Agenzia Immobiliare Trieste: “La richiesta è infinita, ma il 90% degli affitti proposti è di tipo transitorio, perché per i proprietari c’è la garanzia dell’uscita dell’inquilino e si può anche guadagnare di più da un appartamento, affittandolo a turisti d’estate. Magari, se il Comune, insieme alle piccole associazioni, decidesse di aumentare il tetto della cifra richiedibile dal proprietario per quelli a canone calmierato, si riuscirebbe a farne di più”. Massimiliano Schiuma, di Bicasa, non usa mezzi termini: “La gente è disperata, abbiamo file lunghissime. Gestiamo 7-800 immobili e siamo passati da 300 affitti a una ventina. Quelli che abbiamo sono transitori o con costi altissimi, aumentati anche di 2-300 euro mensili, e senza fidejussione (cioè una cifra in banca, di solito un’annualità di canone, da vincolare a garanzia di eventuali problemi o danni) non si affitta. Se vediamo clienti economicamente solidi, consigliamo di accendere un mutuo e comprare, magari fuori, per rivendere e avvicinarsi al centro dopo”.