Pesaro, 19 giugno 2024 – L’arrivo di Marina Abramovic ha portato un’aria davvero internazionale in città. Il dibattito al Teatro Rossini, strapieno in ogni ordine di posto, con 700 persone a gremire platea, palchetti e loggione, ha conquistato un pubblico per la maggior parte giovane, con una larghissima componente femminile, come sottolineato con piacere dall’artista serba. Che si presenta sul palco indossando un lungo vestito che richiama la sua fama di “sacerdotessa laica” al fianco di Todd Eckert, regista di The Life, la performance che sta battendo tutti i record di affluenza al Centro Arti Visive Pescheria (l’hanno già vista 4.000 persone). Due ore intense, in completa fusione con il suo pubblico, attento e partecipe. Che alla fine, dopo aver ascoltato i temi proposti dal duo (la performance e il corpo, il ruolo dell’arte nel caos, la tecnologia fantastica e terribile, humor, sesso e vergogna, cosa rimane quando un’artista scompare) ha posto le sue domande.
Fra le questioni più significative: Marina, sei stata la mia guaritrice, sei consapevole di quanto sei potente? “Rimango molto umile – ha risposto Marina -, ma qui in Italia l’energia di scambio con la gente è fantastica, qualcuno per strada mi ferma per darmi addirittura i suoi bambini in braccio. Oggi che sono ancora qui lo posso fare, ma domani? Certo, restano i libri, le mostre. Però la realtà mista che abbiamo proposto con The Life ci darà la possibilità di sperimentare ancora la presenza di una persona, molto più di una fotografia. La tecnologia è democratica: posso apparire da un museo, ma anche dal mio letto. Ed è importante preservare una performance, forma d’arte che i giovani prediligono, perché concedono la possibilità di toccare, di interagire, è tempo di trovare idee alternative ai musei”.
Come riesci a vincere le tue paure? “Quando hai paura di qualcosa, falla e non ne avrai più. Come facevamo esattamente quando eravamo piccoli. Prendiamoci dei rischi perché restare nella zona di comfort non ci permette di crescere. Superare gli ostacoli di cui si aveva paura è fantastico. Il pubblico è il mio specchio, io vi ispiro e voi potete farlo”.
Quali sono le esperienze che ti hanno permesso di espandere i tuoi limiti? “Al Moma ho sostenuto una performance di molte ore senza potermi muovere da una sedia, fra l’altro senza braccioli. Che terribile sofferenza, ore ed ore seduta senza muovermi, pensavo che da un momento all’altro sarei svenuta; a quel punto mi sono detta Marina vai oltre il limite e ho capito un segreto, il corpo può muoversi all’interno anche senza muoversi: il cuore, i polmoni, il fegato hanno spazio per farlo. Quando ho superato quel limite ho smesso di soffrire”. E a proposito di limite, dopo aver incassato l’ovazione finale, Todd va a regalare il suo mazzo di girasoli all’interprete Lis che con grande dispendio di energie ha tradotto il talk per due ore ininterrotte ai ragazzi sordi seduti in platea. Anche questo significa essere internazionali. Applausi.