Chissà se l’aver ricevuto la certezza di dover fare a meno di Petrovic per altri due mesi spingerà la società a tornare sul mercato, o perlomeno a muoversi con più decisione per cercare una soluzione. Pare che uno dei dubbi a frenare, finora, questa volontà sia stato il fatto che in A2 si può andare in dodici in panchina solo se due dei giocatori sono under. Avendo la Vuelle messo sotto contratto dieci senior, in caso di arrivo di un altro italiano al rientro di Petrovic uno di questi dovrebbe andare in tribuna. Ma a parte che esiste il turn-over, esistono anche dei contratti a gettone. E siccome gli incidenti di percorso purtroppo accadono, continuare a sfidare la sorte con un lungo in meno nelle rotazioni fino a Natale equivale a un roulette russa: se un giorno uno fra Zanotti, Lombardi e soprattutto De Laurentiis, unico pivot di ruolo - che proprio per questo lo staff sta centellinando utilizzandolo 18.7 minuti di media a partita - prende un’influenza poi che si fa?
Ecco perché, mentre incalzano le prossime due settimane con turni infrasettimanli, non si può più restare con le mani in mano. Anche perché questo roster, nelle prime sette partite, non ha dato risposte confortanti. Anzi.
Vista la penuria di lunghi italiani disponibili - se sono fermi magari non sono in buone condizioni - a meno di non portarli via da altre formazioni, una delle soluzioni potrebbe essere quella di cambiare impianto di squadra, sacrificando uno degli americani per prendere un centro straniero. Ma siccome la Vuelle ha già bruciato i suoi due visti, dev’essere un comunitario oppuressere già ’vistato’ cioè giocare in A o A2. Ovvio che, in questo caso, visto il rendimento, quello nel mirino potrebbe essere King, un uomo sul quale Sacripanti era disposto a scommettere che avrebbe fatto ’onde’ nel campionato di A2 e invece è uno di quelli più in difficoltà.
Avere un’ala piccola americana così improduttiva è un lusso che non ci si può permettere. Al suo posto, dovesse andar via, ci potrebbero giocare sia Bucarelli che Maretto. E Ahmad avrebbe un lungo con cui giocare il pick and roll e potrebbe migliorare anche il suo ruolo di ispiratore, oltre che di finalizzatore. A meno che non si pensi che la soluzione sia cambiare proprio Ahmad (che sicuramente avrebbe più mercato di King in questo momento) per prendere un giocatore con caratteristiche più da playmaker, stante la latitanza di Imbrò, che domenica a Milano è stato utilizzato appena 6 minuti, probabilmente per le sue precarie condizioni fisiche. Lui che doveva essere il leader di questo gruppo, un trascinatore come lo fu a Trapani, è oggi un giocatore assolutamente periferico. Quella di domenica potrebbe essere perciò una partita sparti-acque per capire dov’è la falla più grossa di questo roster e dove urge mettere la toppa.
Elisabetta Ferri