
Giacomo Dell’Agnello, trent’anni, è alla terza stagione con Cividale
Sta trovando la notorietà solo a trent’anni Giacomo Dell’Agnello, il figlio d’arte che da tre stagioni veste la maglia di Cividale con cui ha esordito in serie A2 e che oggi, nella piccola realtà friulana, è considerato l’anima della squadra per la sua grinta e la sua passione. Non è solo un fatto caratteriale, però: sin qui il figlio di Sandro (che fra l’altro è nato a Pesaro, il 30 settembre del ‘94 mentre papà militava nella Scavolini) sta viaggiando con ottime medie su tre voci: 12.9 punti, 6,6 rimbalzi e 2.4 assist.
"Quando ho iniziato a giocare ero fisicamente e tecnicamente indietro rispetto agli altri e tante persone facevano il paragone con mio padre: lui giocava in Nazionale, mi dicevano, come fai a essere così? Mi è pesato molto in quel periodo, tanto da farmi passare la voglia e addirittura farmi smettere di giocare, per poi riprendere – ha raccontato Giacomo al podcast Palla-A2 -. Adesso sono orgoglioso del nome che porto e di quello che ha fatto mio padre, da giocatore e da allenatore. Il confronto con lui non regge, ma i giocatori che riescono a fare le cose che ha fatto mio padre sono pochissimi e io non faccio parte di quelli, cerco solo di fare quello che mi piace, divertendomi. Papà, comunque, durante la stagione non ci mette bocca, solo d’estate mi dà qualche dritta quando ci alleniamo insieme. Ma non giochiamo più uno contro uno: due anni fa non solo mi ha battuto, ma pure picchiato".
E’ tacciato di essere un giocatore difficile, ma lui non concorda: "Non direi, mi hanno sempre considerato un uomo spogliatoio, che fa gruppo e aiuta i compagni. In campo son cattivo? Ognuno gioca come gli pare, io sono un livornese di scoglio e prima di farmi battere da qualcuno vendo la mia mamma, non si gioca solo per divertimento, almeno io son sempre vissuto così. E comunque quando mi fischiano fuori casa mi gaso, prendo energia da questa cosa perché sono abbastanza intelligente da capire che come avversario non sono simpatico. Ma io la pallacanestro la amo e la studio, a casa guardo mille partite per cercare di capire sempre le cose un attimo prima".
Cividale arriverà a Pesaro per difendere un terzo posto del tutto inatteso ma che la squadra di Pillastrini adesso vuol difendere coi denti: "Avevamo l’obiettivo di una salvezza tranquilla, ma ora che siam qui non avrebbe senso accontentarsi. Gli ingredienti delle nostre vittorie sono sempre gli stessi: difendere forte e passarci la palla. Siamo in un momento, a dir la verità, in cui non ci riesce tutto bene come all’inizio, complici anche gli infortuni e le partite fitte del calendario, ma quando andiamo in difficoltà ci rifugiamo nelle nostre sicurezze".
Intanto, è di ieri la notizia che Cividale ha concluso l’affare per il trasferimento di Michael Anumba alla corte di Pilla: classe ’99, al ritorno dal college (la Winthrop University) la guardia nativa di Reggio Emilia aveva scelto Pistoia non trovando però spazio (13 partite a 9’ di media) tanto da spingerlo a scendere al piano di sotto.
Elisabetta Ferri