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Vuelle, adesso bisogna proteggere Totè. Il computer Cinciarini entra nel sistema

Il pivot è nel mirino: il play può trovare il modo di innescarlo senza che faccia sempre a sportellate con la fisicità dei pivot Usa

Vuelle, adesso bisogna proteggere Totè. Il computer Cinciarini entra nel sistema

Settimana cruciale per la Vuelle che dopo aver perso due posizioni, scivolando dall’11° al 13° posto, inserisce in organico il giocatore dal quale spera di avere una svolta importante nell’impostazione del gioco e nella continuità mai mostrata finora, non solo fra una partita e l’altra, ma nel corso della stessa gara.

"Cinciarini entra in squadra con caratteristiche che noi non abbiamo – ammette Buscaglia -: la capacità di playmaking, il timing nel passaggio. Un giocatore di esperienza, che sa gestire il pallone per poter giocare meglio e di più a metà campo. Sarà un grande aiuto per giocatori come Bamforth e Tambone che finora hannno dovuto dare equilibrio ma anche vestire i panni dei finalizzatori. Ma non chiamatelo salvatore della patria".

Una sottolineatura importante, quella del coach, perché Andrea non può oggettivamente risolvere tutti i problemi evidenziati sin qui dalla Carpegna Prosciutto, né colmare limiti come la tenuta difensiva di molti negli uno contro uno e le lacune a rimbalzo. Qui si tratta di responsabilità personali sulle quali ogni componente della squadra deve impegnarsi di più. Non c’è difesa che funzioni se da qualche parte c’è un punto debole, si può mascherare per qualche azione ma non sui 40’.

Domenica l’allenatore della Carpegna Prosciutto è stato anche molto duro con Totè, ricaduto nel vecchio difetto di perdere la calma di fronte alle provocazioni altrui, finendo per diventare lui bersaglio arbitrale con le sue reazioni vistose, così evidenti da non poter essere ignorate.

"In questo modo Leo perde anche la connessione sulla partita e finisce per giocarne una tutta sua" ha spiegato ancora Buscaglia. Una reprimenda a fin di bene perché non è stato criticato per gli errori commessi sul campo - ci sta una giornata storta al tiro - ma per le sue reazioni emotive che deve tenere sotto controllo per non diventare vulnerabile. Ci aveva già provato Reggio Emilia due settimane fa schierando in quintetto il giovane Faye (classe 2005) che con la sua esuberanza l’aveva fatto innervosire, ma la maggior esperienza del pivot biancorosso aveva finito per caricare presto di falli l’avversario, vanificando la mossa di Priftis. Domenica scorsa, però, Trento aveva ben altro da opporre a Leonardo, con Biligha che ormai dopo dieci anni di botte prese e date in Eurolega con Milano sa come muoversi sotto i tabelloni e con il suo atletismo l’ha messo in difficoltà. Non è facile per un pivot italiano trovarsi a battagliare tutte le domeniche con gente dotata da madre natura di una fisicità diversa e va anche compreso se ogni tanto Totè si spazientisce. A Cinciarini trovare il modo di servirlo senza che debba fare a sportellate ad ogni azione.

Elisabetta Ferri