REDAZIONE PESARO

Viviamo il riflesso del Natale altrui. Ippaso: "Non abbiamo attrazioni"

E fuori dal centro storico luci spente e la gente non gira. "La città della Cultura è un oggetto misterioso".

Viviamo il riflesso del Natale altrui. Ippaso: "Non abbiamo attrazioni"

"Siamo il fulcro di tutto quello che gira intorno a noi in questo periodo pre natalizio. Girano per la città tutti quelli che sono arrivati qui per Candele a Candelara, oppure per il Mercatino di Natale di Mombaroccio, oppure per andare a Gradara", dice Davide Ippaso, direttore Confesercenti Pesaro.

Ma l’effetto Capitale della cultura?

"Ancora non si sente anche perché nessuno ancora conosce il programma. Lo conoscono un po’ di specialisti, ma la gente comune ancora non ne ha idea".

Ma il centro...

"Il centro? Dopo l’accensione dell’albero di Natale e le casette che corrono lungo il perimetro, cosa vende la città per attrarre gente da fuori? Questo è quello che ci dobbiamo inventare. Perché l’accensione dell’albero di Natale direi che è abbastanza comune".

Oggi c’erano in città dei tour operator tedeschi e francesi? Quali riscontri?

"I riscontri ci sono ma dobbiamo fare sistema e cioè quello che non abbiamo fatto per anni. Perché le potenzialità del territorio sono molto alte, ma non c’è mai stata sinergia. Arriva gente da Napoli e dal sud Italia in generale che dice agli operatori delle nostre colline che si stanno travando bene e che torneranno il prossimo anno. Perché bastano piccoli particolari, basta avere cura nel fare le cose".

Tolti i negozi dell’asse via Branca-via Rossini e quindi il Corso fino a Sant’Agostino da tutte le altre parti arrivano proteste perché non gira la gente. Cosa risponde?

"Perché quello più animato è il centro storico ed è anche quello dove gli affitti dei negozi non a caso sono più alti. Certo è che alcune zone della città dovrebbero trovare attrazioni e comunque avere negozi e luci accese".

Cosa cambia?

"Nessuno vuol passeggiare isolato al buio anche per una questione di sicurezza psicologica. Per carità non succede nulla, ma la gente vuole stare dove ci sono altre persone. Bisogna lavorare in questo senso e cioè rendere il Natale più diffuso e spalmato nella città. Basti pensare a due strade, che per ragioni diverse, hanno perso appeal e cioè via Castelfidardo e via Giordano Bruno".

Una città che vive sul riflesso di manifestazioni organizzate da altri. Ma alla fine rende?

"Certamente perché comunque tutte queste persone qualcosa spendono, magari anche per un caffè, ma spendono".

A proposito, l’assalto ai negozi c’è?

"Non tanto anche perché i soldi nelle tasche della gente sono diminuiti. Poi esiste un altro fattore frenante e cioè il fatto che si cammina in continuazione con vendite e sconti e questo non permette agli esercenti di lavorare con la merce vendute a prezzo pieno. E questo sta creando non poche difficoltà".

La morale finale, qual è?

"Che molte persone arrivano nelle nostre cantine e rimangono stupefatte dall’accoglienza e la bontà dei prodotti, ma poi queste cose bisogna venderle. Per non parlare di tutto il parco San Bartolo che lo trovi nelle brocheure della Riviera romagnola... Basta?".

m.g.