Balestra, Casoli, Squillacioti, Candiracci, Attili, Santilli, Indrio, Vagnini, Pescolla, Cermaria, Francesconi. Qualcuno è andato in prepensionamento, qualcuno si è trasferito, qualcuno si è licenziato e qualcun altro ha cambiato lavoro. Ma tutti, negli ultimi 2/3 anni, lavoravano come psichiatri nell’ambito del Centro di salute mentale di Pesaro (che riguarda i servizi territoriali, domiciliari, gli ambulatori, le comunità residenziali e semiresidenziali...) e l’Spdc (il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura ospedaliero). Sono solo alcuni, perché sarebbero addirittura 13, e li chiama tutti per nome, la consigliera regionale Micaela Vitri, come a sottolineare le professionalità dietro ai freddi numeri. E lancia un monito alla Regione: "Sulla salute mentale e sul Csm di Muraglia la Regione deve aprire gli occhi".
"La Giunta Acquaroli – tuona la consigliera Dem – sembra non vedere la realtà che vivono i centri di salute mentale. Quanti psichiatri e psicologi hanno lasciato la Psichiatria e il Csm di Pesaro negli ultimi due anni? A me ne risultano addirittura 13, che hanno preferito la Romagna o altre professioni. Ad oggi, al Centro di salute mentale c’è solo uno psichiatra, senza nessun collega per doverosi riposi a parte un tirocinante 27enne e un medico che si sposta dal reparto di psichiatria per visitare quelli che sono già suoi pazienti. Per coloro invece che hanno necessità di una visita o di assistenza le liste di prenotazione sono chiuse, o al massimo agli interessati si consiglia di tentare il lunedì mattina presto, perché in pochi minuti finiscono gli appuntamenti disponibili".
Per far luce su questa situazione la consigliera ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sulla "situazione dei centri di salute mentale e aggiornamento delle tariffe di assistenza residenziale e semi-residenziale". Interrogazione di cui si è parlato in un recente Consiglio regionale, senza che però la risposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini abbia soddisfatto la consigliera. "Il tema importante della mia interrogazione, che la Giunta Acquaroli ha di nuovo disatteso, è rappresentato da quale vero investimento economico, sociale e culturale la Regione Marche voglia fare sulla salute mentale. Ho anche evidenziato – aggiunge Vitri – che ci sono dei centri che si occupano di salute mentale che non riescono più a sostenere i costi e che è necessario un adeguamento delle tariffe. Un adeguamento vero e non i pochi euro che ha deliberato Acquaroli, in cui una parte graverà anche sugli utenti e sui Comuni". Vitri ha invitato l’assessore Saltamartini "ad avere un confronto con la dirigente serio, corretto e rispettoso dei problemi sanitari delle persone del territorio".
Dall’Azienda sanitaria, però, replicano con altri numeri. "Nessuno smantellamento del Centro di salute mentale di Pesaro, dove lavorano sette medici psichiatri, due dei quali specializzandi, e dove, anzi, si prevedono nuove assunzioni". Secondo la direzione dell’Ast in agosto sono stati assunti tutti i professionisti in graduatoria, che hanno accettato l’incarico. Si tratta di uno specialista e quattro specializzandi in Psichiatria, due dei quali si specializzeranno a gennaio. In più è stato "rinnovato l’incarico libero professionale di un medico psichiatra, in attesa di reperire ulteriore personale". In tutto, secondo l’Ast, lavorerebbero 14 psichiatri più il direttore, "garantendo le urgenze nei tempi stabiliti" e avendo in carico "un certo numero di pazienti". Insomma, almeno a livello numerico i conti sembrano tornare. Ma per quanto possa essere preparato e motivato uno specializzando, la perdita di un professionista formato ed esperto è qualcosa che dovrebbe comunque far riflettere.
Benedetta Iacomucci