Pesaro, 18 marzo 2022 - Aveva sentito un profumo da donna sul collo del marito. Ma non era la sua essenza. E quando gli ha chiesto spiegazioni, lui si è irritato e le ha dato due pugni in faccia. Era la festa di compleanno del loro figlio e quello è stato il giorno in cui si è decisa a fare denuncia contro il coniuge, un 48enne albanese, residente a Tavullia, che è ora a processo davanti al Tribunale di Pesaro per maltrattamenti e lesioni aggravate. La moglie, anche lei albanese, di circa 40 anni, si è costituita parte civile (difesa dall’avvocato Eleonora Nocito).
Ha raccontato anni di umiliazioni e violenze, fisiche e verbali, che avrebbe subito anche dai figli maggiori influenzati dal padre. Secondo l’accusa, lui la considerava come una serva. Doveva ubbidire e basta. E se non lo faceva, erano botte. Le avrebbe impedito di uscire da sola da casa, di frequentare amiche e persino il fratello, unico parente in Italia. Le avrebbe impedito di prendere la patente, di comprarsi anche una minima cosa per sé, compresi i farmaci. A fare shopping per lei era autorizzato solo il fratello. Non voleva che lavorasse tanto che l'aveva costretta ad abbandonare il posto per dedicarsi solo alla famiglia e alla suocera.
La donna ha raccontato anche di essere stata chiusa più volte in casa. E tutto questo per 17 anni di vita matrimoniale. Fino a maggio del 2020 quando, nel giorno del compleanno del loro figlio minore, durante la festa, lei avrebbe sentito quell’odore femminile addosso al coniuge. E il solo aver chiesto delle spiegazioni le è costato due pugni in faccia che le hanno provocato una contusione alla mandibola destra. È corsa in ospedale dove le hanno riconosciuto 3 giorni di prognosi. Poi dalle forze dell’ordine davanti ai quali ha deciso di confidare quell’inferno domestico. Per il marito era scattato l’obbligo di allontanamento dalla casa famigliare, poi revocato due mesi più tardi. E ora si è aperto il processo che li vede di nuovo uno contro l’altro, in aula, ciascuno con la propria versione. e. ros.