Viaggio nel dolore di Oscar Wilde

Glauco Mauri porta in scena il ’De profundis’, struggente lettera scritta dal carcere al giovane amante

Viaggio nel dolore di Oscar Wilde

Glauco Mauri (ph Filippo Manzini)

Sarà Glauco Mauri a inaugurare domani alle 21, la "Stagione Capitale" del teatro Rossini di Pesaro: un progetto speciale fuori abbonamento. Glauco Mauri, uno dei più grandi artisti teatrali italiani, porta in scena De Profundis di Oscar Wilde, con la traduzione di Camilla Salvago Raggi, sua versione teatrale della lunghissima lettera, quasi una autobiografia che Wilde con la sua arte arguta e intelligente, ha trasformato in una parabola universale della sofferenza, del valore dell’arte e dell’amore.

"Il De Profundis – racconta Mauri - è una lunga lettera dedicata al suo giovane amico Alfred Douglas con il quale ebbe per qualche anno un’intima relazione. Ma in due anni di carcere Alfred non gli scrisse mai una sola riga. È una lettera di dura verità e di dolcissimo dolore. È uno spettacolo dove so di correre dei rischi, ma ne sono entusiasta perché convinto di proporre al teatro qualcosa di nuovo". Mauri con il suo lavoro di elaborazione ha mirato innanzi tutto a eliminare le parti troppo letterarie e le imperfezioni (dovute alle pesanti restrizioni carcerarie) per renderla "scenicamente più efficace". Non un romanzo, ma una lunghissima lettera indirizzata al giovane Bosie (Alfred Douglas) che Wilde scrisse durante gli ultimi mesi di prigionia nel carcere di Reading. Con l’arrivo del nuovo direttore, più sensibile nei suoi riguardi, gli fu concesso l’uso di carta e penna, pur se severamente proibito dal durissimo regime carcerario a cui erano sottoposti gli omosessuali. Wilde poté leggere per intero quanto aveva scritto solo all’uscita dal carcere, quando gli furono consegnati tutti i fogli.

Nel 1895 Oscar Wilde, notissimo scrittore e commediografo all’apice del successo, fu condannato a due anni di lavori forzati, il massimo della pena per i reati legati all’omosessualità. Al carcere duro, che minò fortemente il suo fisico, si unirono la bancarotta finanziaria (i suoi libri non si vendettero più e le commedie ritirate dai cartelloni), la perdita dei due figli, che non rivide mai più, e la sua casa e i suoi beni sequestrati. Oscar Wilde, che aveva incantato i salotti letterari e mondani di Londra e Parigi, fu messo al bando e sarebbe morto in miseria tre anni dopo l’uscita dal carcere, lontano dall’Inghilterra.

Info: teatro Rossini 0721 387621, Amat 071 2072439 e Vivaticket.