Pesaro, 13 febbraio 2021 - E’ caccia alla variante inglese nell’alto Montefeltro dopo che due persone ad Urbania sono risultate positive alla virus mutato del Covid19. Sono state individuate grazie ai referti dei tamponi, una trentina, inviati il 3 e 4 febbraio a Torrette dai laboratori analisi di Urbino e di Marche Nord. Gli esperti prevedono che, in mancanza di azioni di contenimento, questa mutazione sia destinata a diventare prevalente tanto che in futuro un caso su 5 in Italia potrebbe avere questo ceppo. Per questo i sanitari stanno facendo di tutto per controllarne la diffusione che, come è noto, porta ad un aumento consistente dei contagi anche se con manifestazioni cliniche meno gravi.
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Dottor Eugenio Carlotti, come avete individuato la variante?
"Dai tamponi fatti al drive di Urbania – spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Area Vasta 1 - Apparentemente sono casi autoctoni, difficile spiegare come sia arrivato il virus fin quassù" Sono state segnalate altre varianti? "Al momento solo quella inglese. Ma certo l’Umbria è ad un tiro di schioppo e gli interscambi sono molto frequenti con l’alto Montefeltro. Nel Cagliese e nella zona di Acqualagna bisognerà avere particolari accortezze nel tracciare e identificare i casi" Quali conseguenze può avere una variante all’interno di una comunità? "Ciò che sappiamo è che tutte le varianti, in particolare questa inglese, hanno una maggiore infettività, ma scatenano una malattia meno severa" Come si muoverà da adesso in poi il dipartimento di Prevenzione? "Lavoriamo di concerto con la Virologia di Torrette che guida la strategia. Per il momento continueremo a inviare ad Ancona, con procedura randomizzata, cioè casuale, un numero consistente di campioni nei quali andare a cercare la variante del Covid19. Ma siamo pronti a cambiare metodo" Cioè? "Se le campionature evidenzieranno un aumento anomalo di nuovi positivi la presenza di varianti sarà localizzata anche dal punto di vista geografico e verranno conseguentemente adottate misure più restrittive. Cioè faremo un sorta di mappatura delle mutazioni per capire esattamente dove nascono e come si muovono". Quindi, tracciamento e quarantene? "Si, ma con un ulteriore livello di attenzione sapendo che si potrebbero presentare anche altri tipi di mutazioni e quindi il pericolo di contagio potrebbe crescere". Insomma, l’entità delle misure restrittive dovrà essere ancora più elevata? "Si, soprattutto se saranno individuati dei cluster, o gruppi di positivi originati da un unico contagio. L’altra opzione è andare oltre il random per fare una ricerca mirata in quel particolare contesto" La Regione è già pronta a creare delle micro-zone arancioni, lei è d’accordo? "Si, assolutamente, dobbiamo anticipare l’evoluzione epidemica, non inseguirla".