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Utero in affitto, dibattito in Consiglio Gambini: "Le mie figlie sono nate così"

Il consigliere comunale ha parlato della sua esperienza personale: "Chiedete loro se sono felici di stare al mondo"

Utero in affitto, dibattito in Consiglio Gambini: "Le mie figlie sono nate così"

"Le mie due figlie sono nate da una gravidanza surrogata. Chiedete loro se sono contente di essere al mondo o se avrebbero preferito non essere mai nate. E usate toni più cauti e rispettosi quando parlate di cose che toccano la sensibilità delle persone". L’intervento di Michele Gambini, ieri sera in Consiglio comunale, ha rotto per una quindicina di densi minuti la liturgia dell’assise pubblica, e ha aperto uno squarcio su un vissuto privato che ha commosso, oltre allo stesso consigliere, anche i colleghi dell’opposizione, che pure erano stati così fermi, poco prima, nel definire la pratica dell’utero in affitto "un abominio". "Nel 2008 – ha raccontato Gambini – mio figlio è morto all’ottavo mese di gravidanza. Mia moglie Silvia ha dovuto partorire un bambino morto, poi si è scatenata un’emorragia e le è stata praticata un’isterectomia. Era il nostro primo figlio. A quel punto l’unica possibilità di avere un figlio nostro, era quella di ricorrere alla maternità surrogata".

Gambini ha raccontato del viaggio in America, della conoscenza con la madre surrogata, del legame fortissimo instauratosi con la donna, così lontano dall’idea di una volgare commercializzazione del suo corpo. "Se conosceste il rapporto che Stacy ha ancora oggi con le mie figlie, dei regali che manda ancora alle mie bambine, di quanto la loro nascita la riempia di orgoglio, non parlereste di abominio. E certo non direste che è stata sfruttata. Perché anche se a volte la maternità surrogata può avvenire in circostanze discutibili, nel nostro caso non si è trattato di assecondare il capriccio di nessuno".

Infine Gambini ha tenuto a precisare un aspetto: "Ho deciso di parlare della mia esperienza chiedendo a mia moglie e alle stesse bambine se fossero d’accordo: hanno detto di sì. E anche voi, oggi, potreste chiedere loro se sono contente di esserci. E forse vi vergognereste dei toni che avete usato". Dopodiché il consigliere, emozionato e commosso, ha dichiarato che non avrebbe partecipato al voto della mozione di indirizzo. Mozione che alla fine del dibattito è stata respinta con 14 no, 8 sì e, appunto, un astenuto.

Benedetta Iacomucci