Uso indebito del Superbonus a Pesaro: la finanza sequestra una Ferrari e beni per 1,5 milioni

Il denaro era presente nei conti correnti bancari, nei beni immobili e nie mobili registrati nella disponibilità di una persona giuridica e del suo rappresentante legale

Un'auto appartenente alla guardia di finanza

Un'auto appartenente alla guardia di finanza

Pesaro, 1 agosto 2024 – I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Pesaro, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pesaro, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, per un importo di circa 1,5 milioni di euro, del denaro presente nei conti correnti bancari, beni immobili e mobili registrati nella disponibilità di una persona giuridica e del suo rappresentante legale. L'esecuzione del provvedimento rappresenta l'atto conclusivo di un'articolata attività di polizia giudiziaria e tributaria eseguita dai militari del Nucleo PEF, nei confronti di un consorzio operante nel settore della "ristrutturazione edilizia, restauro edilizio, risanamento conservativo e costruzione, su edifici civili e industriali", che ha condotto alla scoperta di gravi irregolarità nei crediti di imposta 110% ("Superbonus"), finanziati con risorse del Pnrr, in relazione alle quali è stato denunciato alla locale Autorità giudiziaria un imprenditore del pesarese.

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Più nel dettaglio, dal 2020, il Consorzio si era adoperato per appaltare, presso svariati committenti, lavori edili per i quali era previsto il credito di imposta 110% ("Superbonus") e, al fine di ottenere il massimo dei benefici previsti dalla norma, aveva sistematicamente indicato, nel computo metrico allegato al contratto di appalto ("computo madre") costi gonfiati e quindi fittizi. Tale evidenza era scaturita dalla puntuale disamina dei sottostanti contratti di subappalto, i cui computi metrici ("sotto computi") recavano quale costo di esecuzione per le medesime lavorazioni, importi sistematicamente inferiori.

Le complessive indagini, articolatesi in numerose escussioni a sommarie informazioni, nonché nella minuziosa analisi della documentazione contabile ed extracontabile (cartacea e informatica), hanno portato alla denuncia del rappresentante legale del Consorzio, per l'ipotesi di reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, all'Autorità Giudiziaria che ha proposto così, la pertinente misura ablatoria volta a preservare il credito erariale e il Giudice per le Indagini Preliminari di Pesaro, accogliendo la tesi della Procura, ha emesso il decreto di sequestro preventivo diretto e per equivalente di denaro e beni, fino alla concorrenza dell'importo di circa 1,5 milioni di euro, costituito dall'illecito profitto realizzato con la condotta fraudolenta.

Sono stati così delegati al Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Pesaro tutti gli ulteriori accertamenti indispensabili per una ricostruzione della capacità patrimoniale e finanziaria del soggetto indagato e, al termine degli stessi, è stato così possibile sottoporre a sequestro disponibilità liquide presenti sui conti correnti bancari, immobili e autovetture (tra cui una Ferrari) che hanno consentito il raggiungimento dell'intero ammontare.