Tutti assolti o prosciolti da ogni accusa, tranne uno, per cui resta in piedi un solo capo d’imputazione. Si è conclusa ieri l’udienza preliminare per l’inchiesta su Urbino Servizi, che vedeva coinvolte 35 persone per presunte irregolarità in un giro di assunzioni e appalti. Il solo ad andare a dibattimento sarà Paride Sciamanna, ex direttore della società partecipata al 100% dal Comune, con l’imputazione di falso ideologico – l’unica non decaduta delle 12 a suo carico –. Le assoluzioni sono state a vario titolo: o perché il fatto non sussisteva o perché non costituiva più reato, come con l’abuso d’ufficio, anche se, in alcuni di questi casi, il giudice Egidio De Leone ha preferito comunque la formula del fatto che non sussiste. Infine, alcuni reati erano caduti in prescrizione.
Proprio la nomina di Sciamanna nel 2016 fu il fatto da cui scaturì l’indagine della Guardia di finanza, durata oltre due anni e allargatasi su altri fronti, con intercettazioni (anche telefoniche) e sequestri. A sollevare dubbi sulla legittimità dell’incarico fu Maria Francesca Crespini, all’epoca da poco uscita dalla prima Giunta Gambini, di cui era vicesindaco, che presentò un esposto ma poi finì a propria volta indagata. In seguito, anche Gianluca Carrabs dei Verdi ne presentò uno affinché si facessero approfondimenti. Trenta furono alla fine i capi d’imputazione contestati, riguardanti reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica, tra cui corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.
Tra le persone finite di fronte al giudice per l’udienza preliminare c’erano pure vari consiglieri d’amministrazione e tre presidenti di Urbino Servizi: Fabrizio Ugolini, Andrea Derogati e Giorgio Cancellieri, contro cui sono cadute tutte le accuse. Soddisfatta per l’esito è Alessandra Gualazzi, avvocatessa di Sciamanna, che afferma: "Il castello di accuse sollevate contro Sciamanna è crollato grazie alla decisione del Gup di Urbino. Dei (ben) 12 capi di imputazione contestati, 10 sono stati oggetto di sentenza di proscioglimento liberatoria. Rimane pendente soltanto un episodio minore che, per la sua stretta natura tecnico-normativa, necessita di un rinvio al Tribunale, che, siamo certi, riconoscerà anche in questo caso la bontà dell’operato di Sciamanna. È la fine di un calvario giudiziario che ha colpito il mio assistito con un numero abnorme di accuse, oggi correttamente cadute".
n.p.