NICOLA PETRICCA
Cronaca

Urbino premia lo scienziato della mente

Sigillo d’Ateneo a Jean-Pierre Changeux, uno dei più grandi neurobiologi esistenti: "Nella mia carriera ho avuto tanti collaboratori italiani"

Urbino premia lo scienziato della mente

Urbino premia un’eccellenza del mondo scientifico: l’Università Carlo Bo ha assegnato il Sigillo d’Ateneo Jean-Pierre Changeux, neuroscienziato di fama planetaria, in passato insignito anche della Gran croce dell’Ordine della Legion d’onore, la più alta onorificenza della Francia, Paese in cui nacque nel 1936. Nella propria carriera ha lavorato in diversi campi della biologia, dalla struttura e la funzione delle proteine al primo sviluppo del sistema nervoso, fino alle funzioni cognitive, ma è molto noto per il proprio lavoro sulla relazione tra cervello e mente. Un’opera che ha aperto la strada a un vero e proprio filone di ricerca, conducendo lo scienziato, ora, a questo nuovo riconoscimento.

"È la prima volta che parlo con indosso una toga, ma questa è un’occasione eccezionale", ha detto lo scienziato, scherzando, prima di iniziare una lectio dal titolo "La modulazione allosterica dei recettori: verso una nuova farmacologia". A consegnargli il Sigillo sono stati il rettore, Giorgio Calcagnini, e il professor Giovanni Bottegoni, docente di Chimica farmaceutica: "Il professor Changeux è noto a livello internazionale per i suoi eccezionali risultati scientifici e la sua leadership nel campo delle neuroscienze – si legge tra le motivazioni dell’assegnazione, enunciate da Calcagnini –. La sua tesi ha dato il via a oltre quarant’anni di ricerca innovativa volta a svelare la struttura di un recettore specifico e la sua funzione. Il suo lavoro ha fornito approfondimenti sulla chimica del cervello e sulla relazione cervello-mente".

Di questo rapporto, Changeux ha parlato anche nel proprio libro "Conversazioni su mente, materia e matematica", uno dei tanti volumi di cui è stato autore o coautore e che gli sono valsi anche dei premi internazionali, tra cui il premio Balzan per le scienze cognitive (2001), il premio Lewis Thomas per gli scrittori scientifici (2004), il premio del Biotechnology Study Center della New York University (2006), l’Albert Einstein World Award of Science (2018).

Dopo un dottorato all’Istituto Pasteur e un periodo negli Stati Uniti, ha insegnato dal 1972 al 2006 ed è tuttora professore emerito sia al Pasteur sia al Collège de France. Dal 2010 è socio straniero dell’Accademia nazionale dei Lincei.

"Sono molto felice e orgoglioso di questo riconoscimento – ha commentato –. Ho avuto tanti colleghi e collaboratori italiani nella mia carriera, il Sigillo d’Ateneo sarà l’opportunità di stringere le relazioni tra l’Università di Urbino e Parigi, ma anche tra Italia e Francia: è una testimonianza dell’amicizia tra i due Paesi".

Nel corso della propria presentazione il neurobiologo francese ha citato il progetto ALLODD (ALLOstery in Drug Discovery), collaborazione internazionale tra organizzazioni accademiche e industriali, ricercatori e dottorandi, di cui fa parte anche il professor Bottegoni, e ha parlato di alcuni risultati delle ricerche svolte. Un intervento con cui ha anche voluto lanciare un messaggio: "La ricerca di base, negli anni, può condurre ad applicazioni pratiche attraverso la spinta e l’avere un progetto. Questo è il messaggio importante che oggi voglio lanciare".