Una sala per allattare i bimbi all’Università. E poi arrivano anche i tamponi riutilizzabili

L’Ateneo lancia il progetto “Ciclo sostenibile“ per ridurre l’impatto ambientale e rafforzare la politica delle pari opportunità

Una sala per allattare i bimbi all’Università. E poi arrivano anche i tamponi riutilizzabili

L’Ateneo lancia il progetto “Ciclo sostenibile“ per ridurre l’impatto ambientale e rafforzare la politica delle pari opportunità

Una coppetta mestruale e tamponi riutilizzabili per le studentesse dell’Università di Urbino. Saranno distribuiti a 5 euro dopo aver partecipato ad un sondaggio, al centro del progetto “Ciclo sostenibile“ per contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale dai dispositivi “usa e getta“ e al rafforzamento delle politiche sulle pari opportunità di UniUrb. Inoltre l’Ateneo ducale si dota anche di una stanza per l’allattamento (nursery room), una battaglia partita lo scorso marzo sulle pagine del Carlino e Quotidiano Nazionale, quando avevamo raccolto l’appello di una studentessa che non poteva frequentare le lezioni a Urbino perché impossibilitata ad allattare il figlio.

Oggi è realtà al Polo Volponi, proprio dove la ragazza frequentava le lezioni. "La fase iniziale del progetto che è il primo tra gli Atenei italiani – come hanno spiegato Elena Viganò, prorettrice alla sostenibilità e valorizzazione delle differenze e Laura Chiarantini, delegata alle pari opportunità – è costituita dalla somministrazione di un questionario a tutte le studentesse. Le prime cinquecento che risponderanno al questionario potranno acquistare il dispositivo mestruale prescelto nelle farmacie indicate al prezzo di cinque euro".

I dispositivi scelti sono alternative ecologiche ed economiche ai tradizionali tamponi e assorbenti, nel rispetto di criteri di sostenibilità e di specifici requisiti volti a incrementare la loro durabilità e a minimizzare l’impatto ambientale associato al loro utilizzo. Sono composti al 93% di cotone biologico certificato Ecocert Greenlife, lavabili, riutilizzabili, anti-perdita e anti-odore, per quanto riguarda gli assorbenti. Invece le coppette sono realizzate al 100% in silicone medicale platinico, materiale ipoallergenico, lavabile, facilmente sterilizzabile e riutilizzabile anche per molti anni. Non contengono lattice, ftalati, sostanze di origine animale, coloranti, profumi e sostanze chimiche pericolose.

"Per garantire il buon esito del progetto, valutarne l’efficacia, l’impatto e il gradimento e individuare eventuali criticità, anche in vista di una sua eventuale futura estensione e di una promozione in altri contesti – hanno aggiunto Viganò e Chiarantini – saranno raccolti e analizzati una serie di dati, prima e dopo la distribuzione dei dispositivi mestruali. Le informazioni raccolte saranno utilizzate anche a fini di ricerca".

"Questi dispositivi – ha concluso Gabriella Frattini, medico specialista in ginecologia ostetricia e vice presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico – riducono la possibilità di reazioni allergiche e se correttamente usate riducono anche la possibilità di infezioni vulvo-vaginali".

Nel corso della conferenza stampa Raffaella Sarti, già presidente del Comitato unico di garanzia per le pari opportunità (Cug), ha illustrato il nuovo spazio protetto UniUrb per l’allattamento. "Grazie a questa prima nursery room allestita al Polo scientifico-didattico Volponi – ha commentato Elena Acquarini, attuale presidente del Cug – offriremo uno spazio riservato e di maggiore intimità alle donne in fase di allattamento. Queste iniziative rappresentano ulteriori passi di inclusività e pari opportunità".

Francesco Pierucci