Dar voce alle “ombre“, invisibili ai più, che abitano nei palazzi dove ha lavorato per decenni. In due parole, è questo il senso dell’ultimo libro di Elisabetta Romiti, già bibliotecaria alla Passionei, un amore smisurato per la sua città. È una raccolta di racconti e si intitola “Fossombrone città delle ombre“. È, nelle parole della sua autrice, "un omaggio alla città che amo da sempre". Spiega ancora la Romiti: "I racconti ambientati nei beni culturali dove ho lavorato per quasi quarant’anni danno voce alle ombre che li abitano e cercano di proteggerle da una civiltà basata ormai sulla realtà virtuale e non sulla conoscenza diretta delle meravigliose strutture che ci sono state lasciate da chi le ha fondate, curate e difese dall’incuria del tempo, cercando di accrescere il loro prestigio e di non farle mai cadere nell’oblio".
Insomma, si tratta di rammentare ai forsempronesi e non solo che la loro città è uno scrigno di meraviglie. Ma sono meraviglie per lo più ignote o, peggio, ignorate. Nella prefazione il bibliotecario Fabio Aiudi scrive così: "Dentro questa raccolta troverete tutte le ossessioni buone di Elisabetta, i suoi amori di sempre, la biblioteca, l’archivio, la chiesa di san Filippo, la Corte alta, Gentiluccio Rocchi e il notaio Cesarini. E ancora, una croce angelica, un pozzo, antiche maledizioni, con l’orrore e l’incubo pronti a entrare anche nell’ordinario di una galleria, di un distributore di benzina. Ma non soltanto racconti di terrore, anche pagine struggenti, piene di dolcezze e malinconie, e tante parti dell’anima dell’autrice, nascoste tra le pagine".
La grafica è curata dall’artista Paolo Del Signore. La presentazione del volume stasera in San Filippo (alle 18). Nella stessa San Filippo saranno esposte fino al 27 dicembre 5 tavole che illustrano il volume.
a. bia.