di Anna Marchetti
"Viale Cairoli ha 150 anni di vita e secondo quanto previsto dal codice dei beni culturali è un bene storico e artistico da tutelare". E’ la richiesta formalmente avanzata l’altro ieri alla Soprintendenza da cittadini e associazioni per fermare il progetto di riqualificazione del viale (2,5 milioni di euro) che prevede l’eliminazione delle barriere architettoniche, un sottopasso più ampio e l’abbattimento di 16 platani: prima firmataria Lorenza Mochi Onori, già soprintendente e direttore generale per i Beni culturali delle Marche. Seguono i rappresentanti di cinque associazioni (Dimore storiche italiane, Argonauta, Legambiente, Lupus in Fabula, Italia nostra) e il conte Luciano Filippo Bracci, in qualità di comproprietario dei terreni interessati dal progetto e concessi in enfiteusi al Comune di Fano dal conte Giuliano Bracci.
Nella lettera alla Soprintendenza si fa presente che "viale Cairoli risale al 1876 e da allora rappresenta l’accesso principale dalla città murata allo stabilimento balneare del Lido, realizzato a metà del XIX secolo. Lungo circa 500 metri, il viale è caratterizzato da tre corsie alberate sullo stile ottocentesco dei grandi viali delle metropoli europee". A dimostrare che la sua costruzione risale al 1876 c’è "il contratto di enfiteusi perpetua – spiegano i firmatari – stipulato nel 1901 tra il Comune di Fano e il conte Giuliano Bracci (nonno di Luciano Filippo Bracci ndr) proprietario dei terreni in zona Lido, per concessione di Urbano VIII del 1642. Terreni utilizzati già da molti anni dall’Amministrazione comunali e in cui si parla di viale Cairoli, aperto nel 1875, ‘… per accedere allo stabilimento’ e nel 1876 ‘venivano, a cura del Comune, alberati i due viali fiancheggianti la strada che, successivamente su delibera consiliare, furono chiamati viali Cairoli’".
E ancora: "Dopo 150 anni il viale mantiene sostanzialmente la forma iniziale di viale ‘nobile’ con la parte centrale per il traffico veicolare e ai lati i viali per il passaggio pedonale, ognuno ombreggiato da due filari di alberi. Pur essendo cambiati nel tempo il tipo di pavimentazione e magari mutate alcune delle essenze arboree, l’importanza storico-urbanistica del viale non può essere distrutta sostituendo l’attuale sottopasso, che non incide sull’aspetto del viale, con un sottopasso quasi autostradale, lungo 130 metri, con strutture di sicurezza e contenimento che comportano l’abbattimento di 16 platani ed un totale stravolgimento della zona. A giustificazione del faraonico progetto "si afferma la necessità – fanno notare i firmatari – di eliminare ‘le barriere architettoniche che non consentono lo sfruttamento del sottopasso da parte di chi ha difficoltà motorie’ quando sarebbe stato sufficiente l’inserimento di due ascensori".