DAVIDE EUSEBI
Cronaca

Truffa al telefono: rubano al nipote i soldi che la nonna gli aveva donato

Si fingono direttore e operatrice di banca per estorcere dati e accedere al conto personale con i risparmi. L’avvocato Floro Bisello (Adusbef): "Raffica di segnalazioni, ecco come si possono recuperare i soldi".

L’avvocato Floro Bisello, segretario nazionale di Adusbef, l’associazione che. tutela i consumatori

L’avvocato Floro Bisello, segretario nazionale di Adusbef, l’associazione che. tutela i consumatori

"Pronto, è la sua banca che parla, provveda subito a togliere dal conto i suoi risparmi, è in atto un tentativo di prelievo sospetto e dobbiamo tutelarla". "Mi passi il direttore". "Certo eccolo". "Pronto sono il direttore le confermo che abbiamo pochi istanti, esegua subito il versamento di 2000 euro sul conto che le indico altrimenti non rispondiamo della truffa in atto". E il ragazzo ci casca. Ha circa vent’anni, aveva accumulato una piccola cifra anche per le donazioni dei nonni e in un attimo è caduto vittima del raggiro. L’ennesimo di una lunga serie, come evidenzia l’avvocato Floro Bisello, segretario nazionale di Adusbef, l’associazione in difesa dei consumatori: "Molti si stanno rivolgendo a noi: casalinghe, imprenditori, studenti, pensionati, ma anche esperti in informatica. Le somme sottratte sono di consistenza variabile, da 1.500 a 2.000 circa, fino ad arrivare alle svariate decine di migliaia. In alcuni casi, addirittura, i truffatori dopo avere appreso i dati (Pin e password per accedere ai conti correnti) sono riusciti ad alzare il tetto massimo di operatività impostata dalla banca sul conto corrente prelevando anche 34mila euro in un caso".

Tra le truffe più diffuse, spiega l’avvocato Bisello, il Vishing: "Le vittime vengono contattate telefonicamente da finti operatori di banche o società che gestiscono bancomat o carte di credito e spesso è capitato che il numero di telefono che appare sul display del cellulare corrisponde addirittura a quello della propria filiale o al numero verde di assistenza clienti della banca. I finti operatori segnalano al consumatore interruzioni dei sistemi informatici di sicurezza della banca per malfunzionamento, oppure accessi anomali ai conti dei clienti, o tentativi di accesso indebiti rilevati sugli stessi conti. A quel punto al cliente, allarmato, il truffato chiede di accedere al sito della banca cliccando direttamente su un link, che rimanda ad un “sito clone” che molto spesso è identico a quello originale. Con il risultato che i malfattori si ritrovano in mano le credenziali di accesso al sistema informatico che permette l’operatività diretta sui conti dei risparmiatori, consentendo l’immediata sottrazione di somme".

Molto diffuso anche il Phishing, che avviene tramite mail con le stesse modalità del Vishing, o lo Smishing, simile al phishing ma che avviene tramite Sms, cliccando su un link che dirotta il consumatore vittima alla pagina web falsa della banca. C’è anche la truffa con carta di credito "e riguarda le carte di credito con tecnologia Nfc (cosiddetto “contactless”) ovvero quelle che si utilizzano avvicinandole ad un pos abilitato per effettuare la transazione senza dover inserire alcun codice. La carta può essere clonata con un cellulare dotato di una applicazione informatica: basta avvicinarlo al portafoglio della vittima".

Come recuperare i soldi? "La legge – spiega l’avvocato Bisello – è molto severa imponendo alle banche l’obbligo di risarcire i clienti che sono stati truffati, attraverso falle dei sistemi di sicurezza degli istituti abilmente sfruttate dalla criminalità. Infatti, le banche hanno l’obbligo di apprestare una serie di misure di sicurezza connesso anche alla particolare responsabilità in capo all’Istituto di credito che viene ritenuta dalla giurisprudenza come esercizio di un’attività pericolosa ex art.2050 c.c., per cui la banca risponde del danno patito dal cliente per responsabilità oggettiva aggravata, salvo che dimostri di aver adottato tutte le misure per evitare il danno. Inoltre la banca è tenuta a rimborsare al cliente l’importo dell’operazione eseguita senza autorizzazione, salvo l’ipotesi in cui l’utente abbia agito con dolo o colpa grave. E’ da precisare che il dolo o la colpa grave deve essere provata dalla banca stessa e non è il cliente che deve provare di aver posto in essere tutte le accortezze del caso".