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"Troppa politica sul tartufo: si ascoltino i custodi del bosco"

L'enogastronomo Giuseppe Cristini invita a dare voce ai custodi del bosco e agli esperti del tartufo, criticando l'eccessiva politica e la mancanza di conoscenza nella gestione della stagione. Auspica un maggiore coinvolgimento dei professionisti della comunicazione per valorizzare il tartufo tutto l'anno.

Giuseppe Cristini

Giuseppe Cristini

"Sarebbe bello, ora che si apre la stagione del tartufo, che attorno al tubero re dell’autunno ci fosse meno politica e si desse più voce ai custodi del bosco, ai maestri cavatori e agli esperti del mondo della comunicazione del tartufo".

A lanciare l’appello è l’enogastronomo e cultore del tartufo Giuseppe Cristini, a pochi giorni dall’apertura delle più importanti manifestazioni annuali dedicate al tartufo: "Dal primo ottobre – spiega Cristini – decollerà una miriade di iniziative legate soprattutto al tartufo bianco, in tutta Italia. E ogni regione decide autonomamente, ogni regione fa come gli pare e raramente vengono ascoltati i cavatori; si cambiano le leggi anche un mese prima dell’apertura della stagione di raccolta del tartufo e il risultato è una grande confusione. Molto spesso la politica parla troppo, ma non ha idee chiare".

Cristini lamenta una scarsa conoscenza della materia da parte di chi prende decisioni importanti: "Le regole le fanno politici che non sono mai stati nel bosco, non hanno mai vissuto un’alba con i cavatori, non hanno mai partecipato a una cavatura in diretta e non conoscono la differenza tra una pianta simbionte ed una comare; molto spesso ci si affida ad associazioni che magari non hanno la percezione netta del mistero della natura. Credo che più della politica debbano parlare gli esperti, i cavatori, i custodi del bosco e le figure del tartufo che ci mettono il cuore, l’anima e la competenza quotidiana. Innanzitutto – chiarisce Cristini – la stagione del tartufo non è solo quella del bianco pregiato ma anche dell’ottimo uncinatum, del macrosporum e del mesentericum, e poi gradualmente si arriverà all’inverno con altrettanti tartufi veri, puri e autentici che non costano un occhio della testa. Ma anche queste spiegazioni non bastano a narrare un mistero alle tavole di gourmet locali e internazionali culturalmente preparati. Serve la professionalità delle figure che sappiano portare nel mondo il valore del tartufo 365 giorni all’anno, dai tartufi nobili a quelli “democratici“".

Conclude Cristini: "Più che i tavoli della politica servono i professionisti della comunicazione del tartufo che dialoghino con cavatori e chef, e sono sicuro che sarà una bella stagione, dalla raccolta all’assaggio". Giovanni Volponi