Nonostante i numerosi interventi effettuati, non migliora la situazione alla foce dell’Arzilla che resta "fortemente inquinata". E’ la triste fotografia scattata dai tecnici di Goletta Verde (la storica imbarcazione di Legambiente, che da 37 anni monitora lo stato di salute delle acque marine) sul nostro litorale, ma che ci accomuna - nel ‘mal comune, mezzo gaudio’ - ad altre cinque coste marchigiane: la foce del fiume Esino a Falconara Marittima e la foce del Musone, al confine tra Porto Recanati e Numana entrambi fuori dai limiti dal 2021; la foce del Tronto nella Riserva Naturale Regionale Sentina, la foce del fiume Tenna a Porto Sant’Elpidio e l’unico punto campionato a mare di fronte alla foce del torrente Valloscura tra Porto San Giorgio e Fermo. Sei siti inquinati sui 12 marchigiani in cui il 18 e 19 giugno scorso sono state effettuate analisi microbiologiche, la metà. "Fortemente inquinata è risultata la foce del torrente Arzilla - ha detto ieri Mariagiulia Lucchetti dell’Ufficio Scientifico Legambiente Marche, presentando i dati ufficiali, alla presenza del sindaco di Fano Massimo Seri e dell’assessore di competenza Cora Fattori -, che insiste su un’area definita balneabile ma, a seguito di diversi problemi riscontrati, è stata interdetta al pubblico".
Ma il vero problema è che è ancora insufficiente l’informazione ai bagnanti, obbligatoria per legge. "Nessun cartello relativo all’informazione sulla qualità delle acque è stato rilevato nei punti visitati dai tecnici di Goletta Verde – ha aggiunto Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche, -. La catena dei controlli delle autorità marchigiane preposte funziona bene ma, in caso di interdizione alla balneazione, manca la corretta e giusta informazione ai bagnanti. Una carenza che danneggia tutto il settore turistico perché segnalare chiaramente un punto non balneabile permette non solo di tutelare la salute dei cittadini, ma anche di evidenziare come il resto della costa sia pulita e balneabile". Di contro l’assessore Cora Fattori ha spiegato come "negli ultimi 10 anni sono stati fatti numerosi interventi per affrontare il problema ambientale alla foce dell’Arzilla - sostiene - ma gli effetti si vedranno nel tempo. La prima cosa è stata la vasca di prima pioggia che ha migliorato tantissimo la situazione. Sul nostro sito sono poi facilmente consultabili tutti i dati di Arpam, sulla balneabilità. Lo storico mostra i miglioramenti, tant’è che quest’anno abbiamo ottenuto la bandiera blu anche al lido. Ma non ci fermiamo perché voi dimostrate che c’è ancora da migliorare". La Fattori ha elencato poi le tre cause dell’inquinamento, oltre gli scarichi diretti nel torrente. "Nel settore agronomico - ha sottolineato - se non vogliamo usare i fertilizzanti chimici, resta la scelta dei fertilizzanti organici, che sono portatori di quei batteri riscontrati dalle analisi di Legambiente e di Arpam. Come ufficio Ambiente a Fano diamo diverse prescrizioni riguardanti le modalità di spargimento dei fertilizzanti,per minimizzarne il trasporto a mare in caso di pioggia. Con la Regione Marche stiamo studiando un piano di coordinamento per tutti i comuni che afferiscono al bacino idrico Arzilla. Le analisi sui depuratori ci dicono poi che Aset e Marche Multiservizi sono aziende virtuose. Ultima causa gli scarichi a dispersione superficiale che vanno collettati e portati a depuratore".
Tiziana Petrelli