Pesaro, 9 agosto 20923 – Pistole alla mano e con modi violenti, quattro banditi incappucciati hanno fatto irruzione ieri mattina alle 8.30 nella casa degli eredi di Giuseppe Rossi, cofondatore dell’omonima zincatura di Fermignano.
In quel momento, era presente solo uno dei quattro figli, Alberto di 32 anni, pronto ad uscire per andare al lavoro. Si è visto circondato e strattonato per poi essere immobilizzato con dei lacci ai polsi.
Il fratello Vittorio, uscito pochi minuti prima dalla casa, lo stava attendendo in azienda, che dista poche centinaia di metri dalla villa, detta Casino Lazzari.
Entrambi vivono nella stessa abitazione, sulla provinciale Metaurense, insieme alla madre Donatella e alla sorella Sara, quest’ultime assenti ieri perché in vacanza. Un altro fratello vive altrove.
Vittorio, non vedendo arrivare in fabbrica il fratello Alberto, e non ricevendo risposte al telefono dopo venti minuti di tentativi, è tornato indietro per sincerarsi su cosa fosse successo.
Ma appena rientrato in villa, Vittorio si è trovato circondato dai quattro banditi che non hanno esitato a dargli una botta in testa legandolo insieme al fratello, già immobilizzato sotto la minaccia delle armi. Sembra che fosse presente con Vittorio anche un collaboratore dell’azienda ma non è stato confermato.
I banditi, neutralizzati i padroni di casa, hanno passato al setaccio tutte le stanze (ci sono due appartamenti), sapendo di non avere problemi dai sistemi d’allarme che evidentemente avevano disattivato. Erano convinti di trovare chissà quale refurtiva. Che invece non c’era. Poi la fuga con un bottino esiguo (valore 3 o 4mila euro) ma prima di andarsene hanno rubato una Mercedes classe A di Sara.
Scattato l’allarme, sono arrivati i carabinieri di Urbino e Pesaro e la Scientifica ma i banditi hanno usato guanti e parlato pochissimo per cui diventa difficile anche per le vittime dare indicazioni utili per la loro identificazione.
Non ci sarebbero nemmeno immagini registrate dalle telecamere.
Soltanto cinque anni fa, il 21 gennaio dl 2018, tre rapinatori armati fecero irruzione in un’altra villa di contitolari della zincatura per mettere a segno una cruenta rapina ai danni delle famiglie di Massimo e Lorenzo Rossi, cugini, che erano assenti quei giorni per una battuta di caccia.
Vennero strattonate,minacciate e rapinate le donne, le uniche presenti in casa. I banditi fuggirono con i denaro e gioielli (bottino sui 30mila euro) oltre che con un’auto di marca Audi, poi ritrovata. La tecnica seguita allora sembra la fotocopia di quella adottata ieri dal commando che, unica differenza, è entrato in casa in pieno giorno (l’altra volta erano le 2 di notte).
Per Vittorio, colpito alla testa, è stato necessario farsi medicare. Alle 13 è stato dimesso. Le indagini sono affidate al procuratore Irene Lilliu.