
La riunione di Cagli con i partecipanti schedati A presidiare i lavori c’era la Polizia Locale
Non è senza repliche la scelta del Comune di Cagli di mettere i vigili urbani a schedare i cittadini prima di accedere ad una assemblea pubblica, chiedendo anche quale fosse l’appartenenza associativa. Il tema da trattare – ormai si sa – era l’esclusione del teatro di Cagli dai candidati alla lista Unesco. Il Comune, attraverso l’assessore Benilde Marini, fornisce la sua versione dei fatti: "L’incontro nasce da una richiesta avanzata da una ventina di associazioni del nostro territorio. Dopo una interlocuzione con un rappresentante delle stesse, l’amministrazione comunale ha dato la propria disponibilità per il 5 febbraio nel salone degli Stemmi all’interno del Palazzo Pubblico. Avendo a disposizione una capienza limitata per motivi di sicurezza e di ordine pubblico ci è sembrato corretto, al fine della buona riuscita dell’incontro, di limitare l’ingresso dei partecipanti a 3-4 rappresentanti per ogni associazione, considerando anche la presenza degli amministratori, motivo rafforzato dal fatto che, in maniera del tutto infondata, si diffondeva un invito alla partecipazione a tutti i cittadini". Ma quanta gente è stata lasciata fuori? Ancora Benilde Marini: "Gli esclusi, poiché non iscritti a nessuna associazione, non sono stati più di cinque. A nostro parere non è scoppiato nessun caso, se non un evidente tentativo di strumentalizzazione politica da parte di alcuni soggetti, per il resto abbiamo avuto solo testimonianze di grande attaccamento al teatro, alla sua attività e alla sua gestione".
Chiaramente non la vedono tutti allo stesso modo: Paolo Ragni – che sollecita l’immediato ricorso al Tar e ha raccolto 15mila firme online per far rientrare Cagli – dice: "Se la notizia fosse vera, secondo la delibera della Giunta Regionale del 3 dicembre, il teatro di Cagli sarebbe stato escluso già dalla prima fase di selezione, quello che riduceva i teatri da 197 a 132. Eravamo già esclusi da aprile-maggio scorso? Il Comune non lo sapeva? Se la selezione è avvenuta secondo criteri di integrità, autenticità, stato di conservazione e continuità d’uso perché non cita il criterio della datazione? (era stato posto il limite del 1875, ndr). Se la notizia fosse vera, allora il comune di Cagli dovrebbe immediatamente fare ricorso al Tar contro la Regione Marche per un criterio assolutamente privo di senso. Insieme a tantissimi cittadini, chiediamo a gran voce che questo ricorso venga presentato, senza badare a spese (tra l’altro piuttosto esigue). I termini di presentazione stanno per scadere".
Il capogruppo di minoranza Alberto Mazzacchera e la segretaria del Pd di Cagli Sandrina Maggioli dicono: "Il Pd di Cagli, non può non informare circa la modalità con cui l’amministrazione comunale ha contingentato la presenza alla riunione nella Sala degli Stemmi con le associazioni. Il risultato è che all’incontro erano presenti solo quaranta persone. Sarebbe stato auspicabile che l’ingresso fosse stato libero, per assicurare la massima partecipazione, come è sempre accaduto in tutti i precedenti incontri. Se il motivo era la sicurezza, come dichiarato, si poteva limitare il numero massimo di persone a 70-80. In passato sono stati fatti incontri ben più numerosi. Ma la cosa più difficile da digerire è stata la modalità di contingentamento. L’ingresso delle scale comunali era piantonato da due vigili urbani che hanno preteso nome, cognome e la dichiarazione di appartenenza ad una associazione. Ad alcuni è stato anche chiesto il numero di telefono. Rimaniamo stupefatti dalla leggerezza con cui si è pretesa la dichiarazioni di dati tra l’altro senza una informazione preventiva e senza una dichiarazione sull’uso".
Mario Carnali