di Solidea Vitali Rosati
"Una grande bugia" ci sarebbe sotto la stangata di Natale da 2,2 milioni di euro derivante dall’aumento dell’Irpef, dell’Imu e della tassa di soggiorno: analizzando il bilancio di previsione – lunedì all’ordine del giorno del Consiglio comunale – è la conclusione a cui sono arrivati i consiglieri comunali di opposizione. "Pesaro – osserva Michele Redaelli, Fd’I, riassumendo il pensiero dei colleghi riuniti in conferenza stampa – si prepara ad un Natale amaro e ad una vera stangata. L’ aumento generalizzato delle tasse peserà per circa 2,2 milioni di euro di cui l’addizionale Irpef, da sola, vale 1,9 milioni di euro. A questo gettito in più, si vanno ad aggiungere i 230.000 euro derivanti dall’aumento dell’Imu". Un sovraccarico che – secondo l’analisi elaborata con la competenza tecnica della consigliera comunale Cristina Canciani – ricadrà sulle spalle delle famiglie più fragili proprio per via dei correttivi apportati agli scaglioni dell’aliquota Irpef. "In particolare – osserva Dario Andreolli – si va a gravare sulle fasce di reddito più basse perché lo scaglione passa dallo 0,6 allo 0,8 per chi ha un reddito tra i 9mila ai 15mila euro annuo. Questo è un dato politico su cui invitiamo a riflettere".
In che senso? "Era necessario introdurre un meccanismo di salvaguardia – osserva Giovanni Dallasta –, magari alzando la soglia di esenzione. Invece – interviene – il sindaco ha deciso di fare cassa". Riguardo all’Imu "secondo noi – continua Redaelli – la penalizzazione impatta su una serie di realtà produttive locali. Affinché la giunta possa tornare indietro abbiamo presentato una serie di emendamenti al Dup (Documento unico programmazione), sperando di trovare ragionevolezza nella maggioranza". Gli emendamenti al Dup otrebbero essere 40. "E’ lo strumento che abbiamo per raddrizzare il tiro, evitare distorsioni, errori", spiega Giovanni Corsini il quale annuncia le tre mozioni con cui il centrodestra chiederà il ritiro delle delibere con i ritocchi di Irpef e Imu al fine di evitare i rincari. "Se la maggioranza non si dovesesse ravvedere – osserva Daniele Malandrino – abbiamo proposto la costituzione di un fondo che possa agevolare i redditi più bassi prevedendo dei rimborsi sull’Irpef e l’Imu versati". Nel calcolo dei rincari, volutamente, i consiglieri di centrodestra hanno tenuto fuori "l’aumento della sosta oraria – osserva Giulia Marchionni – e i rincari di tassa smaltimento rifiuti e servizio idrico. Rincari che ci portano a obiettare riguardo al rapporto che il Comune ha con le proprie partecipate". In che senso? "Se è vero che Mms è per il 52% in mano pubblica e Pesaro è il socio con il 25,08% – dice Marchionni – allora il sindaco Biancani dovrebbe chiedere alla nostra partecipata di usare gli utili per sistemare le perdite dell’acquedotto, affinché quei costi non finiscano con l’aggravare per 7 milioni di euro le tariffe".
Sulla tassa di soggiorno interviene Andreolli. "Anche i turisti saranno colpiti dalla revisione della tassa di soggiorno che porterà nelle casse del Comune circa 60.000 euro, ma che rischia rendere meno competitivi, rispetto alle attività nei comuni limitrofi, camping e agriturismi pesaresi". Per “risparmiare“ i consiglieri lanciano un’idea al sindaco: "Se tutti dobbiamo fare sacrifici – dice Marchionni – consigliamo di asciugare la spesa per lo staff del sindaco: invece di due capi di gabinetto, uno potrebbe bastare".
Ma quale sarebbe la "grande bugia"? "Le minori entrate statali erano note da tempo e sono poca cosa rispetto agli aumenti delle tasse decisi dal Comune. La bugia sta nell’addossare la colpa dei rincari ai tagli che avrebbe imposto il Governo Meloni. Ebbene sapete a quanto ammontano? Trecentomila euro, molto meno cioé di quanto il sindaco Biancani vuole addebbitare al governo di destra. Se i tagli arrivano al milione è perché la spending review è iniziata molto prima, con decisivo apporto del governo Conte - Pd".