Nella riunione dell’associazioni albergatori, nella seduta privata, è tornato fuori un problema dibattuto da anni: e cioè che fine fanno i soldi della tassa di soggiorno. Il presidente Marco Filippetti ha mostrato una slide dove risultava che quasi la metà dei fondi andavano all’Amat, cioè l’ente regionale che gestisce i teatri e le programmazioni delle compagnie nelle Marche. Nessun commento da parte degli albergatori, ma solo una presa d’atto che arrivava dal documento ufficiale dell’amministrazione comunale. Ma quello mostrato è stato un dato che ha fatto discutere perché la categoria da anni chiede che la tassa di soggiorno versata al Comune, finisca per migliorare la città e la zona mare e serva anche per incrementare la comunicazione dell’offerta turistica. Questa slide che ha portato in primo piano l’Amat – per l’ente la cifra più cospicua – ha innescato una specie di rivolta proprio da parte dei vertici Amat, con tanto di minacce di querela per diffamazione. Un infortunio quello degli albergatori cittadini? No. Perché nei documenti ufficiali dell’amministrazione nel bilancio di previsione c’è proprio una voce che riguarda le entrate derivanti dalla tassa di soggiorno ed anche la loro ripartizione. Stando al documento i fatti sono questi: sotto la scritta "elenco delle spese finanziate dall’imposta di soggiorno" si legge che negli anni 2020-2021-2022 i contributi all’Amat sono stati 688mila euro su un totale di un milione e 350 mila nel 2020, e un milione 400mila nel 2021 e 2022. Nella sostanza il 50% delle entrate. Per la cronaca sono poi finiti 53mila euro per non specificate attività turistiche: 200mila euro per attività museali; 200mila euro per il Rof; 45mila all’ente Olivieri e 40mila per le navette estive ed altri 10mila euro all’ente concerti. Vero che i vertici dell’Amat possano anche non sapere da quali partite arrivano i contributi, ma queste sono le cifre che noi possiamo documentare. m.g.
CronacaTassa di soggiorno e Amat. Ecco i numeri degli albergatori