Il suo garage non era quello di un operaio: perché a disposizione aveva una Ferrari California (da nuova, costa circa 180mila euro), una Mercedes Gla, due Harley Davidson. Tutti mezzi che ha sequestrato la Finanza, perché su Calogero Cucchiara, 42 anni, imprenditore, nato ad Agrigento, ma residente da anni a Fano, si è svolta nei mesi scorsi una indagine dei militari del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Pesaro. L’accusa, per il 42enne, è aver approfittato del Superbonus: ristrutturando, grazie ai crediti di imposta legati al 110%, una serie di edifici del Fanese, gonfiando però i prezzi dei lavori fatti. Risultato: lui denunciato per indebita percezione di erogazioni pubbliche (il Superbonus è finanziato con fondi Pnrr, ndr), e di conseguenza il sequestro, per un milione e mezzo di euro, dei beni immobili e mobili riconducibili a lui e al consorzio di cui era rappresentante legale.
Le verifiche dei militari della Finanza, al comando del colonnello Tommaso Commissione, partono dal 2020 e quasi subito le Fiamme gialle si accorgono che qualcosa non va. Il ’giochino’ messo su da Cucchiara, secondo l’accusa, è che il suo consorzio (composto da ditte di vario settore, come idraulici, elettricisti, piastrellisti e altri) che realizzava lavori di ristrutturazione edilizia, restauro, risanamento conservativo su edifici civili e industriali, sistematicamente indicava nel computo metrico allegato al contratto di appalto (“computo madre”) costi gonfiati e quindi fittizi.
"Tale evidenza – spiega la Finanza in una nota – era emersa dalla puntuale analisi dei sottostanti contratti di subappalto, i cui computi metrici (“sotto computi”) recavano quale costo di esecuzione per le medesime lavorazioni, importi sistematicamente inferiori". Quei costi gonfiati venivano poi portati all’incasso. Su questa mancata corrispondenza si radica l’indagine della Finanza. Che spulcia tutta la documentazione contabile ed extracontabile (cartacea e non, e alla fine arriva alla denuncia di Cucchiara come rappresentante legale del Consorzio, per indebita percezione di erogazioni pubbliche. Il passo successivo è il sequestro dei suoi beni: il gip di Pesaro, accogliendo la tesi della Procura, emette il decreto di sequestro preventivo diretto e per equivalente di denaro e beni, per un totale di di circa 1,5 milioni di euro, corrispondente secondo l’accusa al profitto realizzato grazie ai costi gonfiati.
E quando la Finanza va a scoprire cosa c’è di beni sequestrabili, trova i beni mobili già citati: la Ferrari, la Mercedes e le moto. Oltre a un appartamento e a circa 400mila euro di liquidità riconducibili a Cucchiara e al Consorzio. Contattato dal ’Carlino’, Cucchiara non ha commentato, limitandosi a dire che non è più il rappresentante legale del consorzio in questione, al tempo dei fatti il Quadra Holding. Il legale di Cucchiara, Antonio Seclì, dice: "Siamo tranquilli, a breve daremo spiegazioni alla procura, il consorzio ha sempre operato nella correttezza estrema".
Alessandro Mazzanti