Colli al Metauro (Pesaro e Urbino), 14 novembre 2018 - Si è ucciso gettandosi dalla finestra della cucina di casa. Volando per 12 metri. In salotto, papà, mamma, parenti e amici lo stavano aspettando per accompagnarlo alla tesi di laurea. Che in realtà non c’era. Patrick Ceccomarini, 23 anni, figlio unico, di Colli al Metauro, aveva detto una bugia: era studente di Info, Media e Pubblicità all’Università di Urbino ma per la tesi forse sarebbero serviti altri due anni.
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Eppure lo aveva annunciato lui stesso, preparando gli inviti e poi la festa per una laurea immaginaria. Patrick non ha retto il peso di una bugia che milioni di studenti universitari nel mondo ogni tanto lanciano alle famiglie per alleggerire il peso dell’attesa. Lui però non ha retto all’idea di aver illuso per fragilità i suoi amati genitori. E ha preparato tutto per farla finita. I carabinieri, quando sono saliti in casa della famiglia, hanno trovato biglietti di Patrick in salotto, in camera, in cucina. Tutte indicazioni che portavano ad individuare una pennetta Usb dove il ragazzo aveva girato un video (ma ce ne sono almeno 3). Che i carabinieri hanno visto. Patrick, pacato, deciso, senza inflessioni, dice di aver deciso di farla finita e non per colpa di qualcuno ma solo della sua fragilità.
Non reggeva forse la bugia della tesi di laurea né sopportava più il suo malessere di vivere. Un video che sembra esser stato girato, in base alla data sulle immagini, a settembre ma su questo saranno necessari ulteriori riscontri. Tutto lascia pensare che il ragazzo abbia scelto solo il giorno adatto per farla finita volendo riunire intorno a sé le persone più care per un ultimo sguardo prima di lanciarsi giù.
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Era appena tornato in casa con la madre che era andata dalla parrucchiera. Non c’era tempo da perdere e un amico oltre che i parenti attendevano in salotto che i padroni di casa si preparessero per andare all’Università Scherzavano, ridevano, c’erano dei pasticcini in salotto. Patrick va in cucina come se volesse prendere qualcosa da bere. Ma si chiude la porta scorrevole. Il tempo di lasciare un biglietto, piegato, su un tavolinetto. C’è scritto: ‘Vi ho voluto bene, un saluto a tutti, non dispiacetevi per me ’.
Scritto al computer, dunque preparato. Il padre Stefano, dopo qualche minuto, non vedendolo tornare in salotto, bussa e poi entra in cucina. In quel momento, il figlio si lancia di sotto. L’urlo, e poi la corsa in strada a sollevargli la testa, a urlare di svegliarsi.
Lo strazio dei genitori, increduli e attoniti per una tragedia che non potevano capire con le loro capacità. Patrick amava la sua famiglia, gli piaceva rappresentare i piatti (il suo profilo facebook ne è pieno), non aveva mai detto di voler smettere gli studi. Scriveva articoli di cucina. Voleva fare il giornalista culinario. Aveva talento ma non è bastato a salvarlo.