"Come reagireste voi se sbarrassero la strada principale che porta anche a casa vostra con un gigantesco new jersey di cemento?". Il manufatto che esclude al traffico un tratto di strada San Bartolo è lì da un mese. Non siamo in campagna, ma a 700 metri dalla rotatoria di Largo Tre Martiri a Soria. A protestare sono i residenti della zona che da via Lucio Accio arriva fin sotto Villa Imperiale perché nonostante abbiano inviato pec ovunque, fatto telefonate e protocollato una raccolta di firme sottoscritta in due giorni da 65 persone, né ufficialmente e tantomeno ufficiosamente hanno avuto risposte.
"E’ normale? – chiede Maria Claudia Urbinati, tra le residenti mobilitatesi per avere informazioni –. Personalmente trovo grave e irrispettosa questa scarsa o nulla considerazione che l’amministrazione ha avuto per noi firmatari. Peggio però è pensare che ci siano questioni più serie per cui in Comune preferiscono non rispondere". I residenti una ipotesi l’hanno fatta: "All’interno del tratto – osserva Marco Leonardi, geologo, titolare di un’azienda agricola in zona – si vedono due gigantesche querce quasi accasciate. Inoltre la scarpata è smottata in più punti. Probabilmente l’amministrazione ha chiuso la strada per il pericolo che gli alberi cadano investendo le persone. Ma il pericolo continua ad esserci visto che i tanti podisti, abituati a raggiungere strada Bocca del Lupo, non rispettano il divieto. Perché chi deve intervenire ancora non l’ha fatto? A mio parere ci sono le condizioni per mettere in sicurezza provvisoriamente il tratto, facendo un intervento minimo che consenta il transito. E’ quello che ci auspichiamo". Essendo passato un mese i residenti, giustamente, vorrebbero avere spiegazioni perché la situazione crea un forte disagio. "Intanto vorremmo sapere – dice Maria Alessandra Cavoli – per quale tipo di pericolo è stata chiusa. E’ vero che in questo mese siamo andati e tornati in città dalle nostre abitazioni, passando per strada del Monastero o passando per la strada Panoramica, ma non è pensabile che queste due vie siano alternative sostenibili a lungo".
Sono ripidissime oltreché strette. All’innesto di strada del Monastero con la Panoramica sono accaduti molti incidenti per scarsa visibilità. "La petizione l’abbiamo fatta – sottolinea un altro residente, Fabio Mazza – perché è esasperante non sapere perché siamo costretti a fare “il giro del perdono“". La domanda corale però è una sola: "Quali sono i tempi per una riapertura?" dicono Angelica Daga e Paul Huaynalaya anche loro tra i firmatari della petizione inviata in Comune. Strada San Bartolo è l’unica via considerata veramente praticabile: "Ha due corsie – spiega Paolo Battistoni –, mentre via del Monastero è talmente stretta che due mezzi in contemporanea e in senso contrario, non passano. Figuriamoci i mezzi da lavoro o i pullman che prima passavano per strada San Bartolo diretti a Villa Imperiale". In effetti dove passano i turisti che devono raggiungere Villa Imperiale? Anche loro fanno il giro del perdono.
Solidea Vitali Rosati