
I dati dell’Ires Cgil: meno 9 per cento rispetto alla media della Penisola
Se in Italia ci sono i salari più bassi di tutti i paesi che fanno parte del G20, come ha certificato il rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro, in provincia di Pesaro e Urbino, la media delle retribuzioni percepite dai lavoratori lo scorso anno, è addirittura più bassa della media nazionale. Stando al rapporto ‘Lavoratori dipendenti privati e retribuzioni’ pubblicato dall’Ires Cgil Marche sulla base dei dati Inps, nel 2023 la retribuzione media lorda annua percepita nella provincia di Pesaro Urbino è stata pari a 21.6277 euro e anche se rispetto al 2022 ha osservato un lieve aumento di circa il 3%, rimane ben al di sotto (quasi il 9% in meno) della media nazionale. Inoltre, l’incremento osservato nel 2023, che non è certo riuscito a recuperare quanto è stato perso in potere di acquisto in questi ultimi anni, tra aumento dei costi dei generi di prima necessità, dei prezzi dell’energia e più in generale delle bollette. Il dato che riguarda lo stipendio medio nella nostra provincia risulta superiore al valore medio marchigiano (pari a 20.956 euro l’anno), dove le retribuzioni risultano ancora più basse soprattutto nelle province di Fermo ed Ascoli Piceno. Secondo lo studio Ires Cgil inoltre, se si prendono i dati relativi ai lavoratori con contratto standard (a tempo pieno e indeterminato) questi percepiscono in media 30.070 euro lordi annui, valore estremamente più basso se confrontato con quello dei colleghi a livello nazionale (-4.071 euro).
I lavoratori a tempo determinato percepiscono mediamente 10.904 euro lordi annui, praticamente in linea con la media nazionale, ma colpisce anche il dato riguardante le retribuzioni dei lavoratori stagionali, che nella nostra provincia percepiscono 6.006 euro lordi l’anno, quando la media italiana è di 8.839 euro: questo significa che c’è un divario di 2.384 euro, pari al -28,4%. Significative le differenze contributive tra uomini e donne: nella provincia di Pesaro Urbino, secondo i dati Ires Cgil, le lavoratrici dipendenti del settore privato percepiscono mediamente 8.350 euro lordi annui in meno (-33,1%) rispetto ai colleghi uomini. In termini contrattuali, il maggiore utilizzo del part-time da parte delle donne giustifica solo in parte questo divario, in quanto le lavoratrici con contratto a tempo pieno e indeterminato guadagnano mediamente 4.681 euro lordi annui in meno (-15%) rispetto agli uomini con la stessa tipologia contrattuale. Verificando infine i dati Istat relativi alle retribuzioni orarie dei lavoratori dipendenti nella nostra provincia, salta subito all’occhio come queste, dal 2015 al 2022 (ultimo anno registrato dall’istituto di ricerca) siano sostanzialmente rimaste in linea, con un lievissimo aumento di circa il 3% nell’arco di sette anni.
Alice Muri