Badante condannata a 6 mesi di carcere e 800 euro di multa per appropriazione indebita di oltre 59mila euro dell’anziano assistito. E’ la sentenza pronunciata ieri dal giudice monocratico del tribunale di Pesaro nei confronti di L.T., 77 anni, di origine ucraina, accusata di aver prelevato indebitamente del denaro dal conto corrente dell’anziano che assisteva da circa 8 anni e deceduto nel 2020 all’età di 89 anni. Secondo l’accusa la donna, difesa dall’avvocato Massimiliano Tonucci, prelevava soldi dal conto dell’anziano con regolarità, attraverso assegni o distinte bancarie, con movimenti da 2mila euro l’uno accreditandoli sui propri conti correnti.
Sul fatto avevano indagato i militari della Guardia di Finanza che avevano quantificato le somme indebitamente percepite dalla 77enne ucraina in 59.508 euro. La badante era stata accusata anche di circonvenzione di incapace nei confronti dell’anziano invalido ma da quel reato il giudice ieri l’ha assolta.
Secondo l’accusa la badante, approfittando dello stato di infermità dell’uomo titolare di assegno di accompagnamento, lo avrebbe indotto a scrivere un testamento a suo favore lasciandole in eredità il proprio appartamento del valore di quasi 140mila euro.
Un testamento che sarebbe stato "dettato" dalla stessa badante e di cui pertanto era stata contestata la legittimità. La nipote dell’uomo, esclusa dal testamento, aveva presentato una denuncia alla morte dello zio che aveva dal 2019 un amministratore di sostegno, e si è costituita parte civile nel processo chiedendo un risarcimento di 10mila euro per i danni morali subiti. L’immobile era stato posto sotto sequestro ma con l’assoluzione dall’accusa di circonvenzione di incapace è stato dissequestrato.
a.m.