Sott’acqua 15 volte in 10 anni: "Un altro disastro nel mio ristorante"

Augusto Ciavarini del ‘Locale Atipico’ di Novilara "Siamo in un ex mulino, certo, ma prima il fiume si puliva".

Sott’acqua  15 volte in 10 anni: "Un altro disastro nel mio ristorante"

Augusto Ciavarini del ‘Locale Atipico’ di Novilara "Siamo in un ex mulino, certo, ma prima il fiume si puliva".

All’indomani dell’esondazione del torrente Arzilla che ha spazzato via per l’ennesima volta una vita di lavoro, non ha bisogno di solidarietà lo chef Filippo Ciavarini, titolare dell’omonimo "Locale Atipico" di Novilara. Ha bisogno invece che l’ente preposto inizi a pulire con regolarità l’alveo di quel corso d’acqua che negli ultimi dieci anni ha sommerso il suo ristorante di fango, per ben 15 volte. "Cento millimetri di pioggia, ovvero 10 centimetri d’acqua caduta in 24 ore su un terreno asciutto come il nostro – denuncia il titolare, chef Filippo Ciavarini – non giustificano un casino come questo. Non c’entra la pioggia, non sono le bombe d’acqua. Qui l’unico neo è la carenza di manutenzione". Erano le 3.15 l’altra notte quando l’Arzilla è fuoriuscita dai suoi argini riversando acqua e fango in quel ristorante storico della nostra provincia, con una storia 40ennale, sebbene la struttura in cui sorge (un antico Mulino ad acqua dismesso) ha parecchi secoli di storia. "Noi siamo in questa casa da 300 anni – racconta Filippo –. Siamo nati come mugnai ed è ovvio che nei primi dell’Ottocento i mulini fossero alimentati da energia idrica e quindi relativamente vicini ad un corso d’acqua. Ma i mulini non si allagavano mai perché altrimenti non avrebbero più potuto svolgere il loro lavoro, dar da mangiare alla casa. Dal 2013 ad oggi, invece, questa è la 15esima volta". Dodici erano state solo dall’estate del 2013 all’inverno del 2014. "Poi l’alveo del fiume è stato pulito e per 8 anni non è più successo nulla – prosegue –. Ma nel frattempo sono cresciuti gli alberi proprio nel letto del torrente. Alberi veri, non rami portati dall’acqua". E dal 2020 questa è la terza volta che Ciavarini si ritrova sommerso da un metro e mezzo di melma. "Non posso ancora quantificare i danni – conclude – perché siccome continua a piovere, qui manca la corrente per le pompe idrovore. Di sicuro ora c’è solo che non so quando potrò riaprire e che sono molto stanco di questa situazione e anche di dover pagare il Consorzio di Bonifica, se questi sono i risultati".

Tiziana Petrelli