Pesaro, 20 luglio 2023 – ”E’ impossibile, senza forza interiore. Senza la Fede è disumano. Se ti muore un marito sei vedova, se ti muore un genitore sei orfano, se ti muore un figlio non esiste la parola che può sorreggerti". Lucia Cantarini è la mamma di Sofia Fraternale, morta a sedici anni, dopo aver lottato fino all’ultimo momento, contro il tumore. Oggi alle ore 19 nel campo sportivo della chiesa di Loreto don Giuseppe Fabbrini, celebrerà i funerali della giovane che aveva radicato il suo sorriso nel cuore di tantissime persone.
“Oggi, per mia figlia voglio una festa – continua Lucia, infermiera caposala della cardiologia Utic al San Salvatore –. Saremo in tanti: ci saranno i suoi amici dell’Oratorio di Loreto e quelli del gruppo CL gioventù studentesca e quelli degli scout di cui faceva parte. Da Ancona, suo nonno arriverà con i bersaglieri. Ci saranno i compagni di scuola con cui è cresciuta, meravigliosi fino all’ultimo, come non mancheranno i miei colleghi dell’ospedale e la comunità intera che in modo straordinario ci ha accompagnato – a me, a mio marito Massimo, a mio figlio Davide e a mio nipote Vittorio – in quella che si è rivelata una esperienza assoluta di amore e solidarietà unici. Grazie a Sofia abbiamo vissuto una testimonianza di luce e non di morte". Lucia Cantarini ha la voce salda.
"Io avrò un momento in cui mi sentirò mancare. La notte piango e il dolore è fisico – dice –. Quando abbiamo avuto la notizia per me e mio marito è stato come una folgore: abbiamo provato rabbia la stessa provata dalla mia Sofia. Del resto è comprensibile. Pensate alla natura prorompente di un adolescente: mia figlia amava librarsi con i tessuti aerei; era sempre in movimento tra l’impegno in parrocchia e quello agli scout, a scuola, con i suoi Gs. Stare ingabbiata a 16 anni in un corpo che non ti segue più, che ti obbliga in carrozzella giustifica la rabbia. Quando ti arriva una notizia del genere hai due strade: o ti disperi oppure ti svuoti per riempirti. Io ho chiesto aiuto e sono stata riempita".
Cioè è iniziato un “assedio affettuoso“ scatenato dall’energia liberata proprio da Sofia, monumentale nella sua voglia di non perdere nemmeno un attimo. "“Mamma non lamentarti“ mi ha detto fin dall’inizio – continua Cantarini –. Il maggior tributo che possiamo in memoria dell’insegnamento di Sofia a tutti noi è rimanere presenti, con il cuore aperto a tutto. L’ho imparato da mia figlia e lo scriverò sulla parete vuota della sua cameretta perché i suoi tanti amici, coetanei che ogni giorno continuano a venirci a trovare, possano fissarlo come un monito, il suo messaggio di luce".
Proprio con i coetanei della figlia, Lucia e Massimo hanno trascorso diversi momenti di raccoglimento. "Non c’è una educazione che insegni a stare davanti al dolore – continua Lucia Cantarini –: Sofia ci ha mostrato la strada per starle accanto, ci ha insegnato a non avere paura e a farle vivere ogni istante intensamente con il sorriso. Per questo sento, ora, una grande pace interiore". Una energia di cui Sofia è stata leva fin dalla prima diagnosi di tumore, avvenuta tramite risonanza magnetica e biopsia, due giorni prima del suo quindicesimo compleanno: il 26 febbraio 2022. "Guardando la cura con cui l’equipe medica del Gaslini la curava – continua Cantarini –, mia figlia ha maturato il desiderio di diventare “infermiera di pediatria“. Ma quando parla di assedio affettuoso cosa intende Lucia Cantarini? "Parlo di questa esperienza di vicinanza assoluta che abbiamo vissuto".
Quello che stiamo per raccontare è straordinario. Dalla diagnosi fino alla sospensione delle terapie in accordo con il Gaslini, Lucia e Sofia sono state costrette a lunghe trasferte a Genova: "Ho lasciato tre uomini a casa – osserva Cantarini –: ebbene i nostri amici hanno fatto una chat con cui hanno adottato la nostra famiglia cucinando i pasti, dando una sistemata alla casa. Quando il pellegrinaggio è terminato, in questi due mesi quei pasti cucinati per noi, li abbiamo sempre consumati in tanti, tutti insieme a cena. La nostra casa è stata sempre aperta con centinaia di persone che sono venute a trovare Sofia a tutte le ore. Le mie colleghe infermiere mi hanno aiutato: giorno e notte dell’ultimo mese si sono prese cura di lei. Da marzo del 2022 , abbiamo condiviso il rito quotidiano di sgranare il rosario con la compagnia di centinaia di persone raccolte in giardino e per casa, mosse dalla luce di Sofia che fino ad un mese fa ha fatto tutto quello che ha desiderato: con i compagni di scuola il 7 giugno siamo stati in gita a Venezia; è stata promossa in terza superiore con la media dell’8; ha seguito le attività della parrocchia senza risparmiarsi. Il suo è stato un esempio indelebile: io ho il cuore gonfio. Tutto questo amore, io e mio marito, lo ridaremo in suo onore".