di Elisabetta Rossi
L’aveva già fatto tre anni fa. Palpeggiare una ragazzina per strada. Ma la denuncia non aveva trovato riscontro. Fascicolo archiviato. Poi, l’estate scorsa ci è ricascato. Ha di nuovo allungato le mani su una ragazzina. A incastrarlo sono state le immagini di una telecamera. E mentre indagano sul caso, gli inquirenti ripensano alla vicenda del 2020. Riaprono l’inchiesta e scoprono che anche in quell’occasione un occhio elettronico aveva immortalato tutto. E ieri, per quell’episodio di tre anni fa, il molestatore è finito a processo per atti sessuali su una minore.
L’imputato, un 50enne di Foggia, residente a Pesaro, difeso dall’avvocato Luciana Piselli, ha scelto l’abbreviato. Per la vittima, l’avvocato Liana Pesaresi, ha chiesto 30mila euro di risarcimento. Sul palpeggiamento della scorsa estate, l’indagine è ancora aperta. La 13enne ha raccontato tutto in incidente probatorio, assistita dall’avvocato Cecilia Ascani. Ma veniamo all’episodio di tre anni fa, cioè alle immagini di una telecamera puntata sul portone di uno stabile in centro storico. Era il 7 gennaio 2020. Mattina presto. Si vede il 50enne che incrocia la bambina con zaino in spalla. E soprattutto il braccio dell’uomo che si allunga sulle sue parti intime. La ragazzina racconterà tutto a casa. Parte la denuncia. Ma il fascicolo si arena. Non ci sono elementi per risalire all’identità.
Ma ecco che l’estate scorsa, il pugliese torna in azione. È in sella alla sua moto, punta una 13enne in una via del mare e la tocca. Una telecamera sulla zona non gli lascia scampo. E finisce indagato. Sostiene di aver scambiato la ragazzina per una sua amica. Nel frattempo, questo episodio rimette in moto la polizia giudiziaria sul caso di gennaio. Salta fuori l’occhio elettronico e si scopre che il 50enne è lo stesso palpeggiatore del centro storico. Nella perquisizione a casa sua, ritrovano anche i vestiti indossati quel 7 gennaio.