Sinistrario, addio in silenzio. Non si celebrano i funerali: "Principe in un mondo non suo"

Una vita passata tra auto e concessionarie che non gli hanno riservato solo dispiaceri. Con la ‘Miura’ dello Scià di Persia ebbe una ribalta nazionale. Sarà cremato, per sua volontà

Sinistrario, addio in silenzio. Non si celebrano i funerali: "Principe in un mondo non suo"

Sinistrario, addio in silenzio. Non si celebrano i funerali: "Principe in un mondo non suo"

Pesaro, 10 luglio 2024 – Nessun funerale. Sarà cremato Manfredi Sinistrario, 72 anni, per una vita, assieme al fratello Giorgio, titolare della concessionaria ‘Drive’. Era l’uomo delle auto di lusso perché il gruppo vendeva Bmw, Mini, Jeep, Jaguar. Non ci saranno funerali perché era un suo espresso desiderio: "Sono solo una passerella, una sfilata, dove si parla di aperitivi e cene", diceva. E la famiglia, la moglie Anna ed il figlio Eugenio, chiusi nel dolore, hanno voluto rispettare questo suo desiderio.

Era la fotocopia della madre, una Sinibaldi, nobile famiglia di Osimo, Manfredi Sinistrario. Una ricchezza antica: elegante sempre "perché era così, era nato così, erano quelle le sue radici, il suo modo di essere e di vivere – dice l’amico Roberto Pazzi –. Una persona molto riservata ma anche molto buona. Un grandissimo dolore per me". Un gesto estremo e incomprensibile per tutti quello deciso da Sinistrario: togliersi la vita con un colpo di pistola nella sua bellissima abitazione al Boncio, sulle Siligate. Aveva superato da tempo tutti i problemi legati al dissesto della concessionaria, ritrovando una serenità finanziaria. Così come pare che la terribile decisione di farla finita con la vita, non sia legata alle condizioni di salute pur avendo superato, Manfredi Sinistrario, due interventi a cuore aperto: prima una valvola cardiaca e quindi un aneurisma.

Un vero mistero la morte di questo personaggio conosciutissimo in città, anche se nel corso degli ultimi giorni si era un po’ estraniato "e non si vedeva più il mattino per la colazione con gli amici allo Zanzibar", in piazzale D’Annunzio. Un rito per lui. Un male di vivere che teneva dentro, perché uno dei suoi più cari amici di sempre, Enrico Curandi dice: "Siamo stati a cena con le rispettive consorti da Pinocchio in via Cavour, non più di una decina di giorni fa, ed era tranquillo, allegro e sereno per come stavano andando le cose e anche perché il figlio si era sistemato molto bene sotto il profilo lavorativo. Sono incredulo, addolorato profondamente, anche perché con lui ho trascorso per decine di anni tutte le estati. Eravamo sempre assieme. Non riesco a trovare una spiegazione. E’ tutto incomprensibile". Un ritratto mirato della persona arriva da Cristiana Ferri, amica da sempre di Manfredi: "Era un uomo elegante, di gran stile, un principe che stava vivendo in un mondo che era cambiato e che non era più il suo".

Una vita in mezzo a motori e concessionarie, lavoro ereditato dal padre, riminese, partito con l’Autobianchi e quindi proseguito con la Citroen in piazzale Primo Maggio. Mondo che non ha riservato solo un brutto finale, perché Manfredi Sinistrario ha anche vissuto momenti di gloria con premi e riconoscimenti nazionali come quando acquistò e restaurò la ’Miura’ che era appartenuta allo Scià di Persia. Auto che poi rivendette ad un divo di Hollywood come Nicolas Cage: quelle storie da riviste patinate.

Personaggio schivo Sinistrario. Per un paio di anni fu membro del Rotary, prima di uscirne: adesione fatta più in omaggio al padre che era stato uno dei fondatori del club. Il principe, colpito dal mal di vivere, se n’è andato. Non ha lasciato biglietti, ha salutato moglie e figlio, ha inforcato il trattorino, ha tirato fuori la pistola chiudendo con la vita.

m.g.