Non è andato come doveva lo svaso del lago di Mercatale. Una distesa di pesci morti a valle della diga lo testimonia: carpe (fino a 6 chili), cavedani, barbi, alborelle, carassi, cobiti e altre specie. Secondo le ricostruzioni, la moria ha interessato un tratto di circa mezzo chilometro, almeno fino all’altezza del cimitero. Colpa della colata di fango scaricato dalle paratoie.
Problema annoso: ad ogni svuotamento del lago, il rischio di danni ambientali è elevato. In talune occasioni, in presenza di portate a monte elevate (almeno 25-30 metri cubi al secondo) e costanti per giorni, e con analisi puntuale delle percentuali di limo nell’acqua (oltre certe soglie, i pesci muoiono per ostruzione delle branchie da parte delle particelle fini), si è riusciti a salvaguardare la fauna ittica, in altre no. In questo caso probabilmente è mancata la portata e si è intervenuti in coda alla piena (peraltro moderata) anziché all’inizio. In ogni caso, i quantitativi di pioggia caduti a monte nei giorni precedenti (50-60 millimetri) non sembrano tali da garantire la diluizione dovuta.
Lo svaso è durato circa tre giorni. Quando, a lago pressoché vuoto, hanno cominciato a collassare gli enormi mammelloni di fango addossati alla diga, riversando a valle la melma, sono cominciati i problemi. L’operazione a un certo punto è stata bloccata, ma il danno era fatto. E non ha riguardato solo la fauna ittica, perché il limo fine depositandosi tra i sassi di fatto opera una cementificazione dei fondali, azzerando anche altre forme di vita.
Sul posto sono intervenuti i volontari Fipsas (fossero stati avvertiti per tempo, si potevano limitare i danni) e i carabinieri del comando stazione di Macerata Feltria, che hanno redato un’informativa da inviare all’autorità giudiziaria. La decisione di svuotare Mercatale è stata presa dai vertici del Consorzio di bonifica, su pressione del Servizio dighe nazionale, che chiede operazioni periodiche, anche per la manutenzione delle opere di presa.
Quanto accaduto ripropone la questione degli usi plurimi di Mercatale, nato per scopi esclusivamente irrigui, cui si sono aggiunti nel tempo quelli idroelettrici (la centralina sotto la diga), idropotabili (Marche Multiservizi preleva 30 litri al secondo al servizio dei comuni della zona), di laminazione delle piene (su pressione della Regione), infine ricreativi (ultimo il campo gara di pesca sportiva). Troppe necessità e troppi attori per un bacino di 6 milioni di metri cubi, la cui acqua peraltro è stata gestita senza sprechi anche durante l’ultima estate siccitosa.
L’ultimo svaso di Mercatale era avvenuto tre anni fa. Nel frattempo il lago, molto produttivo in tal senso, si era riempito di pesci. Un altro svuotamento è previsto a breve, anche per cercare di ovviare al malfunzionamento degli scarichi di fondo. Il Consorzio di bonifica delle Marche ha in programma lo sfangamento meccanico di buona parte del bacino per mezzo di speciali idrovore (almeno 500.000 metri cubi di sedimenti ostruiscono la parte prossima alla diga), grazie a un finanziamento di 6 milioni di euro. Ed è un’altra operazione che farà molto discutere.