ELISABETTA FERRI
Cronaca

Scout pesaresi in Corea "Nonostante il tifone, stiamo tutti bene Ma in tenda era un sogno"

Sei ragazzi e 2 capi: "Ora siamo in albergo. Lo spirito però si è un po’ perso"

Scout pesaresi in Corea  "Nonostante il tifone,  stiamo tutti bene  Ma in  tenda era un sogno"

Scout pesaresi in Corea "Nonostante il tifone, stiamo tutti bene Ma in tenda era un sogno"

di Elisabetta Ferri

Avevano aspettato questo momento per quattro anni, ma l’avventura di otto scout pesaresi in Sud Corea non sta andando proprio come l’avevano sognata.

Il 25esimo World Scout Jamboree, il più grande campo giovanile del mondo che raduna ogni quadriennio migliaia di giovani e leader di 170 paesi che condividono cultura, esperienza ed amicizia mettendo in pratica una concreta cittadinanza globale, è stato funestato prima da temperature proibitive e poi da un allarme tifone che ha consigliato l’evacuazione di tutti i ragazzi da Sae Man Geum verso Seoul.

Migliaia di pullman hanno trasportato ieri l’immensa colonna di giovani che hanno dovuto lasciare le tende per precauzione e già nella serata di ieri il gruppo degli italiani, circa 1.200 ragazzi, era al sicuro all’Hana Bank Trading Center, un hotel messo a disposizione dal governo coreano, mentre gli altri scout di altre nazioni sono stati dislocati in altre strutture.

"Alla fine è andato tutto bene, l’organizzazione coreana riguardo all’emergenza tifone è stata molto buona – racconta Marco Turchi, uno dei due capi partito da Pesaro con il piccolo drappello di 6 scout -. I ragazzi si sono impegnati tantissimo per seguire le istruzioni che ci sono state date".

"Avevamo appena concluso il ’culturale day’ – prosegue Marco – cioè la giornata in cui ragazzi girano liberamente per i vari sottocampi a conoscere le varie culture, usanze e cibi di tutto il mondo. Erano entusiasti di aver conosciuto tante cose e persone. Poi è arrivata la notizia dell’evacuazione a causa del tifone, il morale è andato un po’ giù, ma abbiamo reagito cantando e giocando. Come capi abbiamo cercato di confortarli e di guardare al 5% di buono, come diceva il nostro fondatore Baden Powell. Il nostro 5% oggi è il poter essere ospitati in un hotel con tutti i comfort e avere davanti a noi tre giorni per visitare Seoul". Chiaramente le attività previste con i ragazzi delle altre nazioni cambieranno o salteranno e questo dispiace.

Intanto, il movimento scoutistico locale segue con attenzione la vicenda: "Potranno proseguire la loro esperienza e questo è l’aspetto più importante – dice Laura Barchiesi, responsabile regionale -. La situazione è seguita anche dalla Farnesina, siamo tranquilli che tutto vada per il meglio, anche se il gran caldo che hanno dovuto sopportare i primi giorni di questo viaggio era già stato un ostacolo pesante perché i coreani non avevano approntato abbastanza zone d’ombra per ripararsi, a parte le tende".

"Poi – prosegue Laura Barchiesi – sono stati montati dei gazebo che hanno parzialmente risolto il problema della mancanza di vegetazione in quella enorme area. Ma non è mai mancata l’acqua necessaria e nessuno dei nostri è stato male. Certo, lo spirito scout aiuta, e da questo punto di vista immagino che lasciare il campo tendato per trasferirsi in un edificio in muratura sia stata una piccola delusione".