Pesaro, 6 novembre 2024 – Ore 8, fuori dal cortile dell’Istituto alberghiero Santa Marta si è formato un capannello di studenti di quinta superiore. “Scioperiamo”. Insieme alle rappresentanti di istituto – Flavia Nucci, Stella Benedetti, Giulia Zocco – diversi maggiorenni hanno incrociato le braccia determinati a non entrare in classe. In estrema sintesi succede che a scuola mancano gli spazi tanto che tre classi prime, da settembre, sono “itineranti“, cioè fanno lezione, di volta in volta, nelle aule lasciate libere da chi passerà le prossime ore in palestra per fare educazione fisica o nel laboratorio di cucina.
La rotazione, ideata dalla scuola per rispondere ad un’emergenza dettata dalla Provincia – a caccia di aule perché il Campus scolastico scoppia e avrebbe voluto dislocare le classi del Bramante Genga in strada della Romagna – ha creato disagi assolutamente intuibili, sia per gli studenti che per i professori. Inoltre la situazione tocca il paradosso quando, ieri, i ragazzi hanno detto che un’intera ala della scuola, con 9 aule, da settembre, è chiusa. Perché? Anche se la Provincia non ha più dislocato nessuno dal Campus poiché ha poi trovato le aule di cui aveva bisogno all’interno dell’Istituto Benelli, le 9 aule non sono tornate disponibili per il fatto che il Santa Marta ha avuto un taglio del personale Ata: rispetto all’anno scorso mancano tre bidelli, gli stessi necessari per legge a garantire la sorveglianza durante la ricreazione, proprio nell’ala che di conseguenza è stata chiusa. Da qui è scaturita la proposta degli studenti di quinta superiore al preside: “Da maggiorenni non abbiamo bisogno di sorveglianza, vorremmo prendere l’ala in autogestione” hanno ribadito Nucci e Benedetti, anche ieri. Dopo un primo sì, il dirigente scolastico non ha dato seguito alla proposta. I ragazzi si sono sentiti presi in giro e hanno innescato la mobilitazione di ieri.
“Non credevo ci sarebbe stata una protesta perché si tratta di una situazione temporanea – ha detto il preside Roberto Franca, accogliendo i cronisti che lo attendevano fuori dall’ufficio –. Riguardo alla proposta di autogestione ho pensato che sarebbe stato un interessante esperimento educativo. Ma l’autogestione prevede anche la pulizia dei locali, bagni compresi. Quando l’ho prospettato ho già visto i primi tentennamenti. Ma non è per questo che l’ho messa da parte”. C’è un altro fatto: l’alberghiero infatti è stato contattato dall’Its turismo, polo pubblico- privato della formazione professionale post diploma. “Gli Its sono un’avanguardia della formazione professionale – spiega Franca –. Hanno chiesto di utilizzare i nostri spazi: gli basterebbero 5 aule. In cambio condividerebbero attrezzature tecnologiche e informatiche; esperti di settore per fare corsi già a misura dei nostri maturandi. Sarebbe una sinergia di assoluto stimolo per i nostri studenti. Nelle aule rimanenti potremmo mettere tre classi quinte e quindi verrebbe meno la formula delle classi itineranti”.