Scienze motorie e la Casa di reclusione di Fossombrone celebrano 22 anni di collaborazione, frutto di un progetto lanciato nel 2002 per portare l’attività fisica dentro al carcere, quando l’allora Facoltà – oggi Scuola – dell’Università di Urbino nacque.
L’appuntamento è per domani, alle 11, nell’aula 1 del polo didattico Petriccio (via Annunziata, 4), con l’evento ‘Una visione di speranza’.
Ci sarebbe dovuto essere un ospite d’eccellenza, don Luigi Ciotti, ma il presidente dell’associazione Libera non è in buone condizioni fisiche e ha dovuto rinunciare, anche se manderà un intervento, letto dal rettore Giorgio Calcagnini. Dopo i saluti di Fabio Musso, prorettore alla Terza missione, Marco Rocchi, direttore del Dipartimento di Scienze biomolecolari, Daniela Minelli, direttore della Casa di reclusione, e Fabio Luna, presidente CONI Marche, interverranno i docenti Ario Federici e Silvia Bellagamba.
Federici, responsabile del progetto, spiega: "È stata un’esperienza forte, ma non abbiamo smesso neanche durante il covid. Ventidue anni in cui abbiamo sposato una didattica innovativa e, dalla ricerca, ci siamo orientati sempre più verso l’occuparci delle persone in difficoltà. Abbiamo compreso che l’università dovesse portare lì un po’ di luce, spostando l’ago verso quella che nel 2010 è poi divenuta Terza missione".
Al termine, verrà proiettata una video-lettura del messaggio di Giuseppe Ottaviani, atleta master centenario scomparso nel 2020, dedicato ai detenuti e un ex carcerato porterà la propria testimonianza.
n. p.