Scoperto a scavare abusivamente nell’area archeologica col metal detector: denunciato

L’uomo di 28 anni è stato sorpreso dai carabinieri nel sito dell’antica Forum Sempronii a Fossombrone, in provincia di Pesaro: trovate in suo possesso numerose monete e altri frammenti in metallo e ceramica, detenute illegalmente

scava abusivamente col metal detector

Alcuni dei reperti sequestrati dai carabinieri

Fossombrone (Pesaro), 2 ottobre 2024 – E poi c’è chi fa il “tombarolo”. Non siamo ai livelli dei “colleghi” toscani a caccia nelle necropoli etrusche o di quelli campani che scavano come talpe sotto alle case di Pompei, ma i carabinieri della stazione di Fossombrone e del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Ancona l’altro ieri hanno denunciato alla magistratura un 28enne di Fossombrone per scavi abusivi nel sito dell’antica Forum Sempronii.

Il giovanotto, più modestamente, si limitava ad ‘arare’ l’area archeologica di San Martino del Piano con l’ausilio di un metal detector "e altri specifici strumenti per la ricerca di metalli”, come recita un comunicato della Legione Carabinieri delle Marche.

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Alcuni reperti sequestrati che erano in possesso illegalmente del 'tombarolo'

Insospettiti dalla presenza dell’uomo in quella zona, i militari dell’Arma hanno fermato il soggetto e hanno trovato nella sua disponibilità numerose monete e altri frammenti in metallo e ceramica, ovviamente tutti detenuti illegalmente. Altri oggetti dello stesso tipo i carabinieri hanno poi trovato in casa dell’uomo, dopo apposita perquisizione. Evidentemente quella di lunedì scorso non era la prima “battuta” di questo “archeologo” abusivo.

Il bottino adesso è sotto sequestro, assieme agli strumenti adoperati per la ricerca dei reperti. Il 28enne è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Urbino e ora dovrà rispondere di ricerche archeologiche non autorizzate, furto di beni culturali nonché di distruzione di beni culturali. Non solo: in virtù di una novità legislativa del gennaio scorso, il 28enne rischia anche una pesante sanzione amministrativa per aver distrutto, con la sua attività di scavo, la stratigrafia in cui giacevano i beni archeologici, che è fondamentale per datare i reperti e stabilire che cosa giaceva dove e a quale livello.

La normativa italiana di settore è molto rigorosa in materia di tutela del patrimonio culturale e nessuna attività di ricerca o raccolta di beni archeologici (o paleontologici) può essere effettuata, da chiunque, senza le previste autorizzazioni da parte della competente Soprintendenza.