Feisal Bunkheila, il primario della Radioterapia del San Salvatore, è andato in pensione da pochi giorni. Ha compiuto il 16 febbraio i 70 anni e ha dovuto lasciare obbligatoriamente il posto di lavoro ricoperto dal 2011. Di origini libiche ma laureato a Bologna, il primario era arrivato dal Sant’Orsola con lo scopo di rilanciare una struttura necessaria e attesa dopo anni di viaggi della speranza dei malati oncologici verso Ancona e Bologna. "Nei giorni scorsi – racconta – ho vissuto dei momenti speciali con i tanti auguri affettuosi ricevuti per il mio compleanno e per il pensionamento. È stato un momento speciale reso ancora più significativo dalla gentilezza e dal sostegno per un importante passaggio della mia vita".
Una dozzina d’anni dedicati intensamente al lavoro e allo sviluppo di un progetto Radioterapia che ha toccato numeri importanti: "È stato un privilegio e un onore servire come medico tanta gente. Ringrazio ogni singolo membro del personale – dice ancora Feisal Bunkheila – i miei colleghi medici, gli infermieri, i tecnici, i fisici e tutto il team che ha reso possibile il lavoro quotidiano. Ma soprattutto, voglio ringraziare i nostri pazienti, che ci hanno affidato le loro vite e la loro fiducia. Anche se mi ritiro dalla mia posizione, il mio impegno per la cura e il benessere dei pazienti non cesserà mai".
Fare di più degli attuali numeri con gli impianti radioterapici esistenti è complesso: "Attualmente siamo arrivati a quasi mille sedute radioterapiche all’anno a Muraglia. La nostra tecnica – sottolinea Bunkheila – stereotassica è assolutamente d’avanguardia e consente di somministrare con estrema precisione dosi di radiazioni molto elevate a bersagli tumorali di piccole dimensioni. Non posso che essere soddisfatto di come ho lasciato il reparto".
A livello nazionale c’è il problema di mancanza di medici. "Ho girato molto e verificato tante cose. Il nostro sistema sanitario nazionale è una certezza assoluta, senza eguali. Ma va difeso ad ogni livello. Sicuramente mancano i medici, forse anche per gli errori compiuti decenni addietro. Mancano soprattutto – dice il primario – i medici di base. Siamo sottoposti a uno stress notevole e noi nelle Marche non avremmo avuto bisogno di ulteriore stress con la chiusura di Marche Nord. Ho partecipato ad un incontro di primari, che hanno espresso la necessità di mantenere l’azienda , ma non è servito. E’ stato detto che l’azienda non aveva ridotto la mobilità passiva per la quale era stata creata... Mi pare che i numeri non siano ancora cambiati. C’erano già moltissimi problemi e forse cancellare l’azienda sanitaria – conclude Bunkheila – è stata una scelta troppo anticipata. A Muraglia ci sono comunque due strutture a pieno regime, abbiamo tecniche d’avanguardia stereotassiche, che riducono il numero delle sedute e risparmiano i tessuti sani. Siamo all’avanguardia nazionale – conclude Bunkheila – e abbiamo mobilità attiva da Romagna e Marche e qui i pazienti non si sentono numeri".