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Rossini Opera Festival 2024 “Bianca e Falliero“? "Capolavoro"

Roberto Abbado racconta il suo rapporto con lo spartito rossiniano. "Incredibili le critiche negative nell’800"

Il Maestro Roberto Abbado dirige “Bianca e Falliero“

Il Maestro Roberto Abbado dirige “Bianca e Falliero“

di Claudio Salvi

E’ stata l’opera d’apertura del Rossini Opera Festival ed una di quelle che, almeno sulla carta, poteva dividere pubblico e critica, soprattutto sotto il profilo della regia. Invece Bianca e Falliero (in scena questa sera alle 20 all’Auditorium Scavolini per la terza e penultima replica), ha messo d’accordo tutti o quasi; soprattutto dal punto di vista musicale.

Le interpretazioni del cast di voci (in testa il trio Jessica Pratt, Aya Wakizono e Dmitry Korchack), non solo hanno superato egregiamente la prova ma hanno scatenato l’entusiasmo del popolo rossiniano.

E se Bianca e Falliero è approdata comodamente in porto sfidando i marosi d’una partitura non certo agevole, lo si deve al timone sicuro di Roberto Abbado alla guida di una solidissima Orchestra Sinfonica della Rai.

Roberto Abbado, ora che l’ha diretta e studiata a lungo, cosa pensa di questa partitura?

"Ritengo sia uno dei capolavori di Rossini e non capisco come mai i critici nel 1819 ne diedero giudizi ingiusti e fuorvianti. A questi si unì anche Stendhal citando degli autoimprestiti. Era vero semmai il contrario come ad esempio l’inizio della sinfonia de Le siège de Corinthe. Si disse all’epoca che Rossini non fosse interessato a questo libretto; che non aveva voglia di comporre quest’opera. Io trovo invece che ci tenesse moltissimo: lo si intuisce dalla cura dei particolari; tutto risulta estremamente curato".

E’ stato però un titolo a lungo dimenticato.

"Bianca e Falliero è un’opera bellissima che non gode della giusta reputazione: si tratta di musica di altissimo livello che richiede cantanti di un virtuosismo straordinario, capaci di emozionare il pubblico, come si poteva emozionare con la musica di quell’epoca. Sono 3 ore di musica nelle quali non c’è una nota fuori posto. C’è il canto fiorito che sospende quasi il tempo e poi si comincia variare. E’ straordinario come in quest’opera si intravedano Schubert, Bellini, Chopin: io li sento tantissimo. In fondo Rossini ha inventato l’opera italiana dell’Ottocento; allo stesso tempo era anche un classicista. Era un compositore perfettamente inserito nel suo tempo ma con delle intuizioni straordinarie".

Vero che c’è stato un lungo e meticoloso lavoro per questa messinscena?

"Vero, le prove musicali sono le più importanti e le si fanno assieme al maestro di sala. Il lavoro con l’Orchestra viene da sé ma quello con i cantanti di fianco al pianoforte, è quello che conta".

Come ha trovato la regìa di Grinda?

"Con Jean-Louis Grinda ci conosciamo da tempo, abbiamo fatto insieme una Lucia di Lammermoor. E’ un regista di grande e solida esperienza con cui si può dialogare. Ha grande conoscenza del teatro d’opera e comprende perfettamente le esigenze dei cantanti. Questo è un aspetto fondamentale per la riuscita di qualsiasi allestimento. E anche in Bianca e Falliero c’è stata una grande collaborazione".

Come ha trovato l’acustica dell’Auditorium Scavolini?

"Credo che l’acustica sia buona e una nuova sala – conclude il Maestro Roberto Abbado – è come un nuovo strumento musicale che deve essere accordato".