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Roberto Burioni e la sfida alle malattie: "Presto farmaci mirati sulla cellula"

Il virologo ieri ospite di Incontri Capitali ha parlato della battaglia contro il cancro

Roberto Burioni e la sfida alle malattie: "Presto farmaci mirati sulla cellula"

Una malattia che oggi più che mai spaventa ma che grazie alla scienza mostra i tanti passi in avanti fatti e previsti all’orizzonte. Con la presentazione di "Match Point. Come la scienza sta sconfiggendo il cancro", il virologo Roberto Burioni ha riportato al pubblico la nuova frontiera legata alla cura farmaceutica dei tumori. Stranamente, senza incursioni no-vax di alcun tipo. "Una modalità che prevede l’utilizzo di farmaci di precisione che vanno ad agire direttamente sulla cellula maligna, con guarigioni migliori rispetto a quelle che si registrano con la chemioterapia", ha sottolineato ieri pomeriggio Burioni nell’Alusfera in piazza del Popolo.

Da come si sviluppa un tumore a cosa si può fare per prevenirne la comparsa: questi alcuni dei temi affrontati durante l’appuntamento di ‘Incontri Capitali’. "Arriveremo al punto che con un semplice controllo del sangue saremo in grado di capire se sono presenti stralci tumorali – ha proseguito Burioni -, anche l’intelligenza artificiale farà in modo che si affrettino i processi di diagnosi nei pazienti".

Focus anche sul tema della prevenzione che negli anni, con il Covid-19, ha registrato un rallentamento. "Le cose che possiamo fare sono: controlli frequenti e adottare uno stile di vita sano che può prevenire il 30% della comparsa di tumori – continua Burioni -. Quindi, ottima la nostra dieta mediterranea e fondamentale l’esclusione di fumo e alcool nel nostro stile di vita".

Quando però anche questo non dovesse bastare è necessario ampliare le frontiere della malattia alla "cronicizzazione", ovvero "iniziare a percepire il tumore come un qualcosa che, se curato in modo farmaceutico e cambiando terapia qual ora i farmaci non attecchissero più, è possibile tenere a bada".

Un passaggio, poi, anche sul caso del piccolo Francesco Bonifazi (7 anni), morto nel 2017 per un’otite curata con rimedi omeopatici dal medico Massimiliano Mecozzi, condannato in appello a 3 anni. "Omeopati? Non li considero colleghi e non considero normale che questa persona stia ancora esercitando la professione – conclude Burioni -. L’omeopatia è acqua fresca".

Giorgia Monticelli