"Ristoranti cari? Sa cosa mi ha detto un turista milanese? Che con i soldi che ha speso da me, a Milano ci avrebbe preso solamente un primo – dice Mario Di Remigio, presidente dei ristoratori di Confcommercio – ed il costo delle materia prima è lo stesso sia a Pesaro che a Milano". Perché qualcuno punta il dito sui prezzi che sono lievitati al ristorante per giusitificare anche il flop che hanno avuto i B&B e cioè gli alberghi, quasi una decina in città, che hanno chiuso le cucine. "Il problema vero è che con quello che accaduto con l’alluvione tante persone hanno scelto altre località per le vacanze, anche all’estero. E questo ha spiazzato anche gli albergatori che, alla luce delle disdette ricevute, hanno dovuto rivedere anche la politica dei prezzi. Altrimenti non veniva nessuno – continua Di Remigio –. Poi sopra a tutto questo occorre anche aggiungere l’aumento del costo delle materie prime, i rincari energetici ed anche i mutui che stanno incidendo in maniera importante sulla tasche delle persone". Tutto questo pacchetto quanto pesa nella gestione di un ristorante? "La risposta è questa. Nel giro degli ultimi tre anni i costi mediamente sono aumentati tra il 20 e il 25 per cento. A fronte di questi rincari il costo di un pranzo o di una cena al ristorante è invece salito mediamente intorno al 10 per cento. Sopra questo bisogna anche metterci il fatto che nei due anni di Covid molti colleghi si sono anche indebitati per restare in piedi".
Il problema allora dov’è?
"La risposta è semplice. Questa è una stagione che è andata così perché rispetto all’anno scorso le persone che girano sono molto meno, per cui bisogna sperare nella prossima stagione. Per quello che riguarda i B&B bisogna dire che la capacità di spesa che ha il turista che viene da noi è di seconda fascia per cui preferisce mangiare in hotel, avere tutti i servizi compreso l’ombrellone in spiaggia. Io non so che numeri danno gli albergatori ma a me risulta che giugno ha avuto un calo superiore al 30 per cento e che luglio si chiude con un meno 22 per cento. Resta il fatto che noi abiamo un turismo di seconda fascia e quindi con meno capacità di spesa, i turisti stranieri sono pochi, i ragazzi hanno i soldi contati in tasca e comunque una pizza margherita costa sempre 7 euro mediamente. Questi sono i fatti. Il caro ristorante non c’è".