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Riemerge il Nettuno: rimosso il relitto dalla darsena

L’operazione del Comune si è conclusa già ieri pomeriggio. Oggi riapre viale Adriatico. Serfilippi sui social: "Promessa mantenuta"

Riemerge il Nettuno: rimosso il relitto dalla darsena

Riemerge il Nettuno: rimosso il relitto dalla darsena

Da ieri sera al porto di Fano, non c’è più ‘Nettuno’. Operazioni di recupero svolte a tempo di record per il motopeschereccio dismesso, che giaceva da quasi un anno sul fondale della ‘Darsena Giurgin’. E così anche l’adiacente tratto di viale Adriatico, che un’ordinanza aveva chiuso al traffico H24 da ieri mattina e fino a giovedì per permettere l’issaggio delle due gru necessarie a tirar su Il relitto dal fondo del porto, verrà liberato e riaperto già da questo pomeriggio. "Promessa mantenuta. Fano cambia passo" ha annunciato il sindaco Serfilippi pubblicando sui social una foto di sé con i pollici alzati, davanti al Nettuno incrostato di alghe e conchiglie. "Una vittoria per tutta la città - aggiunge l’assessore Gianluca Ilari, felice e fiero -. Quel relitto era lì da troppo tempo e creava un problema di sicurezza per la navigazione e per le attività del porto, come testimoniato anche dagli appelli giunti all’amministrazione dalla Capitaneria di Porto. Per questo una volta insediato, ho dato a questa operazione la priorità immediata".

Era la notte tra domenica 20 e lunedì 21 agosto 2023 quando il Nettuno, ormeggiato alla Darsena Giurgin, ha iniziato ad imbarcare acqua e piano piano è affondato. Da allora si sono accesi i riflettori su quel motopeschereccio, di cui per 11 mesi si è vista emergere dall’acqua solo la cabina di comando e le panne che lo contornavano per evitare sversamenti di petrolio in mare. Ma il proprietario armatore, subito contattato dalla Capitaneria di Porto, si è sempre rifiutato di attuare le misure idonee per la rimozione di quella unità (iscritta nei registri navi minori e galleggiamento di Vibo Valentia) dal porto, creando così possibili pericoli per la navigazione delle altre imbarcazioni ormeggiate lì attorno. "Le operazioni per la rimozione - spiega Ilari - sono partite stamattina (ieri, ndr) e alle 18.30 l’imbarcazione era già stata tirata a secco nello scalo di alaggio. Avevamo previsto di concludere entro il 25 luglio, con un costo preventivato di 85mila euro. Ma vista la rapidità di esecuzione anche i costi si ridurranno. Per fortuna non sono insorti problemi e già a fine mattinata abbiamo sollevato il peschereccio per poi pompare velocemente via l’acqua". La prima fase del recupero aveva invece previsto la messa in sicurezza dell’area interessata: all’alba una squadra di sommozzatori ha effettuato un’ulteriore verifica dello stato dello scafo per definire tecnicamente le modalità di recupero. Successivamente, due autogru sono state posizionate su viale Adriatico per iniziare a sollevare l’imbarcazione sia dalla poppa che dalla prua. "Alle 18 hanno iniziato a disarmare la prima gru - conclude Ilari - un’operazione che necessita di quattro ore. La seconda sarà smontata domattina (oggi, ndr) e poi riapriremo la strada. Conclusa questa fase, partirà l’indagine sullo scafo per capire le cause dell’affondamento, le responsabilità. In ogni caso, dal punto di vista amministrativo partiranno le procedure di recupero crediti sui beni del proprietario dello scafo, per rivalersi dei costi della rimozione forzata in danno al Comune".

Tiziana Petrelli